In materia di trasferimento dei diritti reali immobiliari, accanto al regime generale della trascrizione, di matrice francese, il diritto italiano conserva l'istituto del libro fondiario (Grundbuch) nei territori che furono austriaci fino alla prima guerra mondiale. Si svolge così, da quasi cento anni, un'esperienza peculiare, forse unica, in Europa. Se, infatti, la dialettica tra il modello pubblicitario francese e quello germanico costituisce solitamente un fattore di distinzione - se non di contrapposizione - tra gli ordinamenti continentali, in Italia ha prodotto inediti ed interessanti arricchimenti reciproci: le categorie della legge tavolare hanno infatti orientato rilevanti innovazioni della trascrizione immobiliare fin dall'entrata in vigore dell'attuale codice civile e in pari tempo il trasferimento de diritti nelle terre tavolari, messo a contatto con il principio consensualistico, ha fatto scaturire nel R.d. 499/1929 un meccanismo che, senza smarrire le qualità essenziali dell'antico modello austriaco, si rivela più conforme alle istanze della modernità. All'esposizione e all'approfondimento di questo incontro è dedicato il presente volume e in particolare il primo saggio. Lo studio, per un verso, non solo conferma l'elettiva capacità dei libri fondiari di garantire efficienza e sicurezza nella circolazione immobiliare, ma suggerisce altresì che il tavolare italiano può essere proposto come modello equilibrato per un diritto europeo. Per altro verso, viene segnalata la preoccupante carenza nel raccordare la legge tavolare alle riforme succedutesi nel sistema della trascrizione. Il secondo saggio delinea i caratteri della legislazione tavolare italiana con particolare riguardo alla Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol: sono messe in evidenza le specificità, anche percorrendone l'evoluzione storica. Tale osservazione è prodromica alla raccolta normativa che chiude il volume.
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