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La festa è finita - Lidia Ravera - copertina
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La festa è finita
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Descrizione


Torino, gennaio 2001. In una città dalle mille facce si muovono i tre personaggi di questa storia: Carlo, splendido cinquantenne, stimato direttore d'orchestra; Alexandra, donna bellissima, affascinante, senza età, e Angelo, smisurato nel corpo e nell'anima, ex operaio rivoluzionario e ora naufrago amareggiato e arrabbiato. Trent'anni fa Carlo gli ha detto tante cose. Sulla musica, sui libri, sulla lotta. Gli ha detto che ci sarebbe stata una festa, che nulla sarebbe stato più come prima. Ma ora la festa è finita, e nulla è cambiato. Di chi è la colpa?
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Dettagli

2003
Tascabile
277 p.
9788804517764

Valutazioni e recensioni

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alessandra
Recensioni: 4/5

piacevole, si legge bene e mi piace la lettura che fa dei "ragazzi" del '68: dopo 20 anni quasi tutti sono diventati parte esattamente di cio' che rinnegavano; tutti tranne uno.

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Alessia
Recensioni: 2/5

E' un vero peccato che tutto ciò che abbiamo appena letto nella presentazione del libro non si contempli poi all'interno del romanzo. E' un vero peccato perchè se così fosse stato ne sarebbe venuta fuori davvero una bella storia. Il racconto inizia infatti, con la presentazione della prima protagonista, Alexandra, questa bella donna che ha passato i 40 anni e che attraverso il rito quotidiano del suo bagno caldo stacca di dosso tutto lo stress e i ricordi del passato. Si occupa di volontariato, ogni giorno infatti si reca dai "suoi" anziani, come li chiama lei, e gli porta il pranzo e tutto ciò di cui hanno bisogno. Nulla da dire su questo. Poi la storia comincia a farsi interessante. Si scopre un diario, e in questo diario di tanti anni prima, la presenza di un uomo, Carlo, l'unico uomo nella vita di Alexandra. Il tempo è passato, gli anni pure, fino a quando un giorno lei riceve una telefonata proprio da quel Carlo che non aveva mai smesso di amare, proprio da quel Carlo che aveva lasciato la sua Torino e che per amore della musica (lui è un direttore d'orchestra) si era trasferito per sempre negli Stati Uniti. La telefonata è breve ma chiara. Carlo ha voglia di rivedere la sua Alexandra, il suo amore del passato. Così fissano un appuntamento per la sera stessa con cena a casa di Alexandra. E da qui il romanzo inizia a prendere tutta un'altra piega. Carlo non raggiungerà mai casa di Alexandra perchè nel frattempo è stato rapito da Angelo, vecchio amico dei due dei tempi della scuola e delle manifestazioni di piazza, uomo deluso dalla vita e dalle donne, il quale per vendetta (una vendetta che cova dentro da anni) rinchiude Carlo in una cascina per qualche giorno fino a quando poi il racconto finisce in tragedia, con la morte di Angelo. Insomma, quello che si poteva raffigurare come un bel romanzo, del tipo "ci rivediamo dopo trent'anni, vediamo cosa in noi è cambiato e cosa è invece rimasto uguale da allora" si trasforma in un giallo, ma non in un vero giallo fatto a regola d'arte.

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Lidia Ravera

1951, Torino

Della sua infanzia è la stessa autrice a parlare nel suo sito: «A sette anni, alla scuola elementare Manzoni, registro il mio primo successo letterario. La maestra appende il “pensierino” alla parete, in corridoio. Le bambine delle altre classi vanno a leggerlo». Dopo gli studi, compiuti al liceo classico Vincenzo Gioberti, raggiunge la notorietà nel 1976 con il romanzo Porci con le ali, scritto a quattro mani insieme a Marco Lombardo Radice (con lo pseudonimo di "Antonia"). Il libro tratta della storia d'amore tra due adolescenti, attraverso la quale gli autori tracciano un affresco sulla vita dei "fratelli minori" della generazione del sessantotto. «Due milioni e mezzo di copie vendute in 30 anni. Traduzioni estere, polemiche a non finire, etichette....

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