«Le ferite del passato non si cicatrizzano mai. Niente può considerarsi definitivo per quel che attiene alla "guarigione", più o meno apparente, dalle lesioni prodottesi anni, decenni, secoli, addirittura millenni fa» scrive Paolo Mieli. E la verità delle sue parole la stiamo constatando in questi mesi, di fronte all'aggressione russa in Ucraina e al sangue che scorre da quella frattura storica mai rimarginata. Proprio da un lungo saggio sui rapporti tra Kiev e Mosca prende avvio il percorso allestito in questo volume. Così, analizzando la congiura che portò all'assassinio di Giulio Cesare e le leggende che fondano la storia di Roma; soffermandosi su personaggi ed episodi del Medioevo, come Cosimo de' Medici e la caccia agli eretici; approfondendo i temi centrali del Risorgimento italiano e della storia europea del Novecento, Mieli ci guida con l'abilità del grande saggista alla ricerca di quelle lesioni del passato che ancora oggi fanno sentire le proprie conseguenze. Lesioni che, scrive ancora l'autore, «se tenute sotto sorveglianza sono parte della "salute" dell'umanità. Servono a farci capire che i problemi non si risolvono mai una volta per tutte. Si ripresentano, spesso in modo tale da apparire nuovi, laddove invece sono nient'altro che una riproposizione di antichi traumi. Traumi che abbiamo conosciuto, affrontato, in un certo senso risolto. Facendo però poi l'errore di dimenticarcene». Ed è compito della storia e dello storico ricordarci che i fatti del passato, all'apparenza così lontani, ci riguardano da vicino. E che delle ferite ancora aperte occorre prendersi cura. )
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