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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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Uno scritto breve di un grande teologo. Un testo che fornisce una guida importante all'azione politica dei cristiani, alimentato dalla riflessione e dalla conoscenza profonda della Scrittura. Un piccolo capolavoro, sintesi e seme di quanto contenuto nell'Epistola ai Romani.
Scritto dal (forse) più grande teologo protestante, questo piccolo libretto contiene in nuce parte del pensiero sviluppato nella più nota (ma ponderosa) Epistola ai Romani. È un manifesto della libertà con cui ogni cristiano si deve porre (e qualche volta imporre) rispetto allo Stato. Barth e Bonhoeffer (quest'ultimo a prezzo della vita) ne hanno dato testimonianza in periodi storici tragici. Non scrivono quindi vane chiacchiere e, fosse anche solo per questo, meritano di essere letti. PS: I più attenti utenti troveranno identica recensione alla pagina dedicata a "Pace e giustizia sociale". Si è trattato di un errore, del quale mi scuso. Fortunatamente il danno è minimo: anche quell'opera, data alle stampe 40 anni dopo questa, sviluppa in parte gli stessi temi e merita parimenti di essere letta.
Non si può combattere il male con il male, bensì lo si combatte facendo il bene. I cristiani non possono rimanere invischiati nelle cose "penultime", ovvero nei partiti, nello Stato, nel potere; devono mantenersi liberi per ciò che è "ultimo", cioè per un "nuovo cielo" e "una nuova terra". "Date a Cesare quel che è di Cesare, date a Dio quel che è di Dio". Pur tuttavia a Cesare, ai governanti, ai politici, insomma al potere terreno sia dato dai cristiani ciò che è dovuto: "A chi il tributo, il tributo, a chi le tasse, le tasse... ma neanche un passo in più". Compiere il proprio dovere senza compromettere Dio. "Pagamento delle tasse, ma niente incenso per Cesare, obbedienza civile ma nessuna commistione di trono e altare, nessun patriottismo cristiano, nessuno spirito di crociata democratica, servizio militare, se così deve essere, ma in nessuna circostanza cappellano da campo". Per i cristiani "la natura dei partiti politici, non fa parte di ciò 'che è vero, nobile, giusto, puro, amabile e onorato (Fil 4, 8)' e che lanciafiamme, terreni minati, maschere antigas, bombe, non sono strumenti del regno dei cieli". E aggiungerei che neppure la guerra, fatta dall'Europa, contro i migranti, che fuggono dalla fame e dalla guerra, è per il regno dei cieli.
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