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Faust. Un travestimento
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Descrizione


Se tradurre è sempre tradire, e se riferirsi alla tradizione, nella modernità, è sempre operazione di straniamento, il «travestimento» del Faust proposto da Sanguineti si pone come esempio massimo di creativo "misreading". É un legame di lunga data, quello di Sanguineti con il Faust. Egli si confronta con il testo di Goethe con lo scopo, per nulla dissimulato, di raggiungere lo straniamento dall'originale, nella consapevolezza del carattere saturo raggiunto dalla citazione nell'epoca della modernità. Sanguineti cerca una «ricreazione» del Faust, in un confronto con il mostro sacro, che lo spinge, inesorabilmente, a fare i conti con «il mito per eccellenza della modernità», quel mito che ogni «autore moderno ha sognato di rinarrare, quando non lo ha rinarrato effettualmente». Si perpetua in tal modo l'immortale spinta a raccontare ancora quella storia, l'intima ambizione di «scrivere l'ultimo Faust possibile». Ne risulta un testo godibilissimo, ricco di echi e rifrazioni: lo si propone in nuova edizione accompagnata da un commento essenziale che aiuti a cogliere, nel confronto con l'originale, la pirotecnica abilità di manipolazione della parola, applicata qui dal poeta di Laborintus alle risorse gestuali e polifoniche della resa drammaturgica.
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Dettagli

2003
28 febbraio 2003
144 p.
9788843025152
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Indice

Introduzione
Il Faust di Sanguineti: la parola all'inferno, di Niva Lorenzini
FAUST. UN TRAVESTIMENTO
Primo tempo
Secondo tempo
Notizia, di Edoardo Sanguineti
Appendice. Goethe, Faust e Sanguineti, di Pieter de Meijer
Nota bio-bibliografica

La recensione di IBS

Se tradurre è sempre tradire, e se riferirsi alla tradizione, nella modernità, è sempre operazione di straniamento, il «travestimento» del Faust proposto da Sanguineti si pone come esempio massimo di creativo "misreading". é un legame di lunga data, quello di Sanguineti con il Faust. Egli si confronta con il testo di Goethe con lo scopo, per nulla dissimulato, di raggiungere lo straniamento dall´originale, nella consapevolezza del carattere saturo raggiunto dalla citazione nell´epoca della modernità. Sanguineti cerca una «ricreazione» del Faust, in un confronto con il mostro sacro, che lo spinge, inesorabilmente, a fare i conti con «il mito per eccellenza della modernità», quel mito che ogni «autore moderno ha sognato di rinarrare, quando non lo ha rinarrato effettualmente». Si perpetua in tal modo l´immortale spinta a raccontare ancora quella storia, l´intima ambizione di «scrivere l´ultimo Faust possibile». Ne risulta un testo godibilissimo, ricco di echi e rifrazioni: lo si propone in nuova edizione accompagnata da un commento essenziale che aiuti a cogliere, nel confronto con l´originale, la pirotecnica abilità di manipolazione della parola, applicata qui dal poeta di Laborintus alle risorse gestuali e polifoniche della resa drammaturgica.

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Edoardo Sanguineti

1930, Genova

Scrittore e critico italiano. Esponente di punta della neoavanguardia e del Gruppo 63, collaboratore di testate giornalistiche e deputato al Parlamento (1979-83), è autore di poesie in cui la dissoluzione del linguaggio (raggiunta attraverso la commistione delle forme linguistiche più diverse) intende porsi come registrazione della crisi storica dell’ideologia borghese, politica e letteraria: Laborintus (1956), Triperuno (1964), Wirrwarr (1972), Post karten (1978). In questa raccolta, come nella successiva Stracciafoglio (1980), è andato progressivamente emergendo, nel recupero della comunicazione verbale, un registro parodico-ironico, tendenzialmente diaristico, che si esercita sulle occasioni della vita quotidiana. Segnalibro (1982), Bisbidis (1987) e Senzatitolo...

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