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scheda di Miglio, C., L'Indice 1998, n. 8
Il merito del volume di Gerhard Kaiser è quello di una distesa chiarezza, che discende da decenni di frequentazione dei testi goethiani da parte di uno dei più autorevoli germanisti tedeschi. Kaiser, con la sicurezza di chi conosce i propri cammini per averli dissodati in faticosi lavori accademici, trova una formula nuova e utile alla didattica non solo germanistica, e di piacevole lettura per un pubblico più vasto, interessato a "uno dei rarissimi - se non l'unico - mito autentico che la modernità ha prodotto" (così "Faust" nella postfazione di Aldo Venturelli). I problemi critici del "Faust" vengono isolati qui intorno a parole chiave, o, meglio, motti che contengono polarità tra loro collegate: ""Streben*" ovvero "slancio", "anelito"; ""Irren*", "errore", "errare" nella sua doppia accezione; e poi ancora: "natura", "tecnica"; "moneta", "mercato"; "artificio", "creazione"; "memoria", "storia", "utopia"; "arte", "poesia"; "amore", "redenzione". Tali polarità si innestano in relazione dialettica con il "destino della modernità" e dell'uomo che ne ha posto le basi d'espansione, e, insieme, di autodistruzione. In un confronto serrato con il testo del "Faust" e con altre opere, Kaiser mostra come da un mito nato da eredità prometeiche e cultura popolare Goethe distilli, o dilati, il racconto esemplare delle contraddizioni della nascente società industriale. Ma non si ferma alla sociologia della letteratura. Va in cerca di una via d'uscita etica ed estetica, e la trova nella funzione conoscitiva e correttiva dell'amore e dell'arte, a loro volta intese come forme dello "Streben*, dello slancio produttivo dell'uomo. È questo il vero dono che la divinità gli fa, consapevolmente non disgiungendolo dalla possibilità di errore. E proprio da questo dono dagli esiti incerti l'uomo acquista la libertà senza rete di porre a se stesso i propri limiti, rischiando di non coglierne la misura autentica. Si tenta dunque, in questo libro, un'analisi della condizione moderna come inquietudine e rischio, e insieme una proposta utopico-estetica cui Gerhard Kaiser sembra credere in prima persona. Un conciso libro a tesi sul "Faust" diventa così anche il bilancio di una carriera di studioso e di docente.
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