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Il testo prende spunto da una frase di Agostino di Ippona che Jacques Derrida utilizza per indicare "qualcosa" della sua pratica filosofica. Da qui l'Autore ripropone una rilettura della pratica filosofica di Derrida, mostrando che il suo particolare prospettivismo, più che condurre al relativismo o allo scetticismo, si rivela come la possibilità teoretica e pratica per predisporsi a riconoscere l'eccedenza dell'e-vento. Il testo affronta il tentativo filosofico di Derrida di decostruire quelle forme - teoriche e pratiche - che impediscono l'uso critico della ragione. [Introduzione; La pratica della decostruzione; Sproni. Gli stili di Nietzsche; Théorie et pratique; Fare la verità; Conclusione; Bibliografia]
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