Fabio Mauri (Roma, 1926-2009) è stato, con le sue installazioni, le sue performance e suoi scritti, uno dei più importanti esponenti dell’Avanguardia del secondo dopoguerra. La produzione di dipinti e di opere su carta è quella meno conosciuta al grande pubblico, benché Mauri abbia sempre dipinto e disegnato, esponendo solo una minima parte e in rari casi, queste opere, che rappresentano una sua dimensione più personale e intima. La mostra "Opere dall’Apocalisse" - il progetto espositivo della galleria Viasaterna, curato da Francesca Alfano Miglietti e organizzato in collaborazione con lo Studio Fabio Mauri e Hauser & Wirth - è stata l’occasione di ammirare per la prima volta una selezione delle opere su carta di Mauri in particolare quelle della serie cosiddetta dell’Apocalisse. Un tema che per Mauri svela e rivela i misteri del Mondo e che è centrale in molti dipinti e disegni dal forte cromatismo, realizzati a tecnica mista. Ritornano in questa selezione lunghe trombe suonate da angeli, lampi tuonanti, cieli con nuvole elettrostatiche e paesaggi naturali scossi dal vento. E grandi e solitari fiori, a volte piccoli elementi riconducibili all’umano: una coppia, una nave, un aereo-nuvola, un faro, una casa e un campo coltivato e un campo recintato o un campo di concentramento. Un insieme unitario e coerente di opere, una serie appunto, la maggior parte firmate e datate 1983. A questa si aggiunge il gruppo degli Scorticati, dalle squillanti tinte fluo, e alcune opere che hanno come suggestione la forma del Dramophone. Il volume "Opere dall’Apocalisse" documenta l’itinerario unitario e coerente di questa mostra composta da 51 opere e rivela, come afferma Francesca Alfano Miglietti nella sua introduzione, quanto Mauri sia "un amante della conoscenza, che sceglie la dispersione di un pensiero originario che crea sempre il ri-pensare, un metodo forse ancora più fecondo del pensiero originario".
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