La fabbrica dell'Assoluto

L’ingegner Marek ha messo a punto una macchina stupefacente, un “carburatore” che disintegra completamente la materia e la trasforma in energia, utilizzabile a scopi industriali. G.H. Bondy, presidente della MEAS, Metallum spa, rileva il brevetto e dà l’avvio ad una produzione del carburatore su vasta scala, proponendosi di trarne profitti straordinari. Carburatori vengono installati un po’ ovunque, con risultati eccezionali: produzione di energia, praticamente illimitata, a basso costo. Una rivoluzione industriale e commerciale miracolosa, ma… L’ideatore della macchina prodigiosa non ha tenuto conto di un imprevisto effetto collaterale: l’Onnipotente inquilino della materia (v.panteismo) ormai disintegrata, si spande per il mondo allo stato gassoso. L’inalazione di questo gas provoca nelle persone una sorta di tormentosa beatitudine, un'enorme sensazione di sicurezza, una struggente devozione… Insomma chi ne viene a contatto è preso da intensi impulsi religiosi e attacchi incontenibili di bontà. Magnifico si dirà, il mondo ne trarrà innegabile giovamento. Be’ non sarà proprio così… L'afflato religioso, ben lungi dal produrre amore e concordia fra i popoli, si rivelerà al contrario un elemento distruttivo che produrrà conflitti insanabili e di inaudita crudeltà: dejà vu? Certamente. Un testo visionario, vertiginoso, caustico, una satira sferzante contro le credenze religiose totalizzanti e l’uso distorto, soprattutto ai fini del profitto, dei prodotti della scienza.

In un'ottima traduzione, un'opera ironica e brillante che non dimostra i suoi cento anni. Le belle illustrazioni d'epoca accompagnano un'esilarante critica della società e una profetica visione del futuro. Da leggere.

Un romanzo distopico e con molta satira soprattutto verso ogni forma di religione. Scritto e tradotto in maniera egregia, invoglia alla lettura e alla riflessione