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"...Un giorno mi ha parlato dell'ospedale e gli ho proposto di scrivere un libro. Ha sostenuto che pochi avrebbero letto un saggio sull'argomento, a causa della pesantezza della materia. Gli ho chiesto di cercare una via per scriverlo in modo più leggero. 'Cosa ne pensi di un romanzo scientifico?' ha chiesto. [...] Una rappresentazione, tramite racconti brevi, secondo la tecnica del mosaico. Se il lettore ha la pazienza di collegare i bordi e i toni di ciascuna tessera, trova un'immagine variegata e complessa della vita in ospedale". All'isola d'Elba, tre donne parlano di un comune conoscente, il dottor Grimaldi, e del libro che ha scritto, La fabbrica dei sogni . Psicoanalista, è entrato a far parte della cura clinica, riuscendo tuttavia a mantenere un angolo d'osservazione privilegiato. Innanzitutto non è forgiato dalla cultura medica. È poi giunto a ricoprire l'incarico di psicoterapeuta, di formatore e di consulente in un reparto di Medicina ospedaliera dopo aver operato in Psichiatria, dove le trasformazioni sociali, culturali e politiche degli anni '60 e '70 hanno trovato una più ampia rappresentazione. La docenza in corsi per operatori psico-socio-sanitario-educativi gli ha consentito di osservare l'idealismo che avvolge l'esistenza e che viene proiettato sugli operatori clinici , per una esasperata fede nella scienza e nella tecnologia. Emergono scene ospedaliere prive degli aspetti scandalistici che colpiscono l'opinione pubblica e ricche delle contraddizioni che risultano dalla coniugazione del diritto alla salute con l'idealismo che frena il miglioramento della qualità di vita dei cittadini e dei sanitari. Il Progetto di Umanizzazione dell'ospedale migliora questa qualità. Gli avvenimenti e i personaggi sono reali, l'esperienza riflette sui temi multidisciplinari, sulle differenze culturali e sulla difficoltà nel vivere l'eccesso di realtà umana che scatena emozioni in ospedale. Il prendersi cura in ospedale rivela pertanto, accanto alla fabbrica per la salute, un ambito parallelo che accoglie e sostiene gli abitanti della cura: la fabbrica dei sogni. Assieme alla produzione della medicina scientifica è necessario produrre i sogni, le illusioni, il campo per sostenere la fiducia e la speranza dei pazienti e degli operatori che svolgono il difficile ruolo che il sociale ha loro affidato.
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