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Letto d'un fiato. molto ben rese le figure dei tre Grandet
Un libro interessante, che evidenzia come si possa amare senza condizioni e nonostante si sia ricevuto amore interessato. Eugenie è una figura interessante di donna generosa che sa ciò vuole, che sa come raggiungere i suoi obiettivi, che sa anche rinunciare a tutto questo. E tuttavia, nonostante una grande delusione non perde la sua grandezza. Eugenie è una vera signora.
Da papà Goriot a papà Grandet il passo è breve e un po' più soddisfacente. Papà Goriot, il primo da me letto, mi aveva lasciata parecchio freddina e piuttosto cogitabonda rispetto alla mia affinità con questa scrittore. Tutta colpa di Zweig che, con la sua magnifica biografia (che consiglio sempre urbi et orbi), mi aveva creato aspettative stellari poi non soddisfatte alla prima lettura. È evidente, in questo romanzetto, la spiccata propensione di Balzac per gli affari e l'ossessione per 'i picciuli' (ne ha combinate di cotte e di crude nella sua vita per accaparrarsi 'roba' e ricchezza attraverso imprese commerciali, il più delle volte, disastrose), ma emerge anche il gusto di restituire personaggi campioni di avarizia, cinici, meschini e dispotici tipo Grandet, appunto, in contrapposizione ai deboli, miti e perdenti del tipo Goriot; da padri padroni a padri inetti, manipolati e sfruttati, e così pure i figli associati in opposte corrispondenze. Sono solo alcuni dei numerosi tipi umani della grande, ambiziosa 'Commedia umana' da Balzac inscenata. Lodevole progetto ma, per me, accompagnato sempre da un filo di noia. Ciononostante, sento ancora della curiosità residua per questo scrittore, e 'Le illusioni perdute' rientreranno - crepi l'avarizia! - fra le mie venture letture. Se avete occasione di sceglierne l'edizione, preferite quella tradotta da Giancarlo Buzzi alla versione di Grazia Deledda: tradurre non era cosa sua.
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