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Come si può pensare oggi la politica e la storia? Il volume traccia due possibili itinerari. Su un versante si indaga il criticismo kantiano, sempre alla ricerca di analogie latenti e di affinità nascoste, che vivificano il rapporto tra politica e storia, osando proiettare un debole raggio di speranza sulla loro redenzione. Il saggio presenta tre prospettive salienti: la libertà fondata sulla finitezza dell’intelletto; la massima dell’imperativo categorico che apre la strada all’idealismo e la presenza di una serie di rimandi interni nelle opere kantiane costruiti secondo il criterio dell’als ob. Sul fronte opposto si mostra come l’inesausto movimento di fondazione logica della storia e della politica dipenda dal potere magico (Zauberkraft) che lega identità differenza; il problema della differenza tra soggetto e oggetto non trova mai soluzione in una quieta identità, perciò è sollevato (Aufheben) su piani sempre più elevati: dall’autocoscienza al lavoro, per approdare allo Stato e da ultimo alla storia. Dall’architettonica kantiana fondata sull’analogia è sorta la ferrea logica di Hegel; il cuore di questa dialettica pulsa ancora secondo il ritmo dell’analogia.
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