Con il terzo volume delle opere di Tommaso Campanella presso le Edizioni della Normale viene restituito ai lettori un testo poco noto. L'Ethica, curata da Germana Ernst, è tuttavia interessante in quanto crocevia di molti temi fondamentali della filosofia di Campanella. Innanzitutto il lascito telesiano: il calore e lo spiritus restano importanti per spiegare la psiche umana e quindi anche la morale. Essi sono tuttavia inseriti in un contesto che li oltrepassa a favore della mens e dell'azione delle tre primalità. La possibilità, tutta umana, di affrancarsi dall'influsso del corpo e di esercitare la libertà è all'origine stessa del fatto morale. Con accenti che sembrerebbero precorrere Malebranche, infatti, Campanella sottolinea che gli oggetti si limitano a specificare il movimento della mens verso questo o quell'obiettivo, senza causarlo. Mentre l'Oratoriano ne concludeva che origine di ogni azione è Dio, Campanella intende esaltare le capacità della mente umana. La tavola delle virtù che egli espone da un lato si colora di quello stoicismo cristiano che tanta fortuna ha e avrà nel Seicento, dall'altro se ne discosta per insistere su alcuni elementi peculiari. In primo luogo, se non viene accettata l'aristotelica definizione della virtù come giusto mezzo, non viene nemmeno accolta la tesi stoica che le passioni debbano essere sempre dominate: in alcuni casi, invece, l'eccesso è virtuoso ed eroico. In secondo luogo, molto spazio viene dato all'analisi delle virtù che riguardano il vivere associato, con riflessioni che spaziano dal comportamento dei prìncipi alle ragioni che uniscono gli individui. Di un colore del tutto particolare si tinge, infine, il tema della superiorità del saggio agli eventi esterni: emergono, a tratti, riflessioni dettate dall'esperienza vissuta di Campanella, che vanno dal non sentirsi apprezzato dai sovrani cui si è rivolto al racconto delle torture subite, come testimonianza della capacità della mente di non farsi sopraffare dal dolore fisico. Antonella Del Prete
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