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Ottimo libro che approfondisce un aspetto fondamentale nelle culture d'oriente che ha influenzato e influenza tutt'ora la loro cultura. Consigliato assolutamente se si vuole in particolare approfondire e capire veramente il significato della cerimonia del tè, ma non solo.
Recensioni
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scheda di Comba, A., L'Indice 1993, n. 4
(scheda pubblicata per l'edizione del 1992)
"Quando il pittore prende il pennello deve essere completamente tranquillo, sereno, calmo e raccolto, ed escludere tutte le emozioni volgari. Si deve sedere in silenzio davanti al rotolo di seta bianco, concentrando il suo spirito e controllando la sua energia vitale". Come mostrano queste parole di Wang Yuan Chi, è dal vuoto interiore che scaturisce il gesto perfetto dell'artista. Il vuoto o vacuità non è tuttavia il Nulla, il mero non-essere. L'autore di questo saggio analizza alcune fonti taoiste e buddhiste alla ricerca di una possibile definizione del Vuoto. Concetto chiave per intendere alcune arti estremo-orientali, come la pittura, la calligrafia l'ikebana e il teatro No, il Vuoto è in realtà un non-concetto che si chiarisce soltanto nella meditazione. Se le delicate onde di sabbia in un giardino secco adiacente al tempio buddhista sono state modellate in uno stato meditativo, e mirano a indurre nella mente di chi le contempla l'esperienza della Vacuità, difficilmente uno studioso potrà formulare una teoria estetica in proposito senza sottoporsi personalmente all'impegnativo tirocinio della pratica meditativa. È questa un'importante affermazione metodologica di Pasqualotto che merita di essere ricordata anche in altre occasioni.
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