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Questa terza raccolta di versi di Robin Robertson, una delle voci più interessanti della nuova poesia inglese, appare di primo acchito meno strutturata rispetto alla precedente, Camera Obscura, curata sempre da Bacigalupo per Guanda (2002), che era imperniata sulla vicenda biografica di un fotografo vittoriano. Tuttavia, l'apparente caoticità è funzionale al nuovo tema di fondo, ovvero la metamorfosi. Esitazione è un volume di mutamenti, che si dipanano sotto l'egida di Ovidio. Del poeta latino Robinson traduce l'episodio di Atteone, fornendone poi, nella Parte 2 del libro, un'interpretazione in chiave psicoanalitica, quella di un bambino devastato dalla madre gelida, alter ego della dea che l'avrebbe trasformato in cervo per averla vista nuda. Metamorfosi è la rilettura moderna del mito, presente in diversi altri testi, ma metamorfosi sono anche le traduzioni, da Montale e Neruda oltre che da Ovidio. Significativa è la contrapposizione fra l'antiumanesimo dell'anguilla montaliana e la festosità vitalista di quella di Neruda (Ode alla zuppa di grongo), a sottolineare come il mutamento travolga nel tempo qualsiasi cosa, anche i tentativi di chiudere il mondo in interpretazioni ultimative, comprese quelle nichiliste.
Ma Esitazione è un libro non solo "letterario", poiché contiene molti ritratti umani e quadri naturalistici sempre nel segno del mutamento, come le riflessioni malinconiche dell'autore sul proprio passato (Primavera a New York), efficaci liriche brevi di tema sentimentale (Sicura e Alle figlie che dormono), rievocazioni di amici poeti precocemente scomparsi (Selkie), ritratti di scrittori (Strindberg a Londra e Strindberg a Parigi) o lunghe descrizioni paesaggistiche, soprattutto marine, della natia Scozia e altre zone aspre delle isole britanniche. Robertson non dimentica mai le sue origini scozzesi, tanto che, oltre ai luoghi, riaffiora più volte nel volume la cultura celtica, fortemente segnata anch'essa dall'idea della metamorfosi e dalla permeabilità fra mondo dei vivi e dei morti ("Un ospite vale uno spirito in questo momento, / al cardine dell'anno, quando la differenza / tra le ombre e chi getta ombra è appena aria", Samhain).
Nell'accostarsi alla natura, Robertson si avvale tuttavia non solo del bagaglio culturale celtico e della tradizione poetica inglese, ma anche del vocabolario della scienza contemporanea, il che fornisce un'apprezzabile esattezza al suo discorso creando una suggestiva sovrapposizione fra piani culturali molto diversi. Chiude il libro la poesia Stringere Proteo (figura già apparsa in precedenza nella breve riscrittura di un episodio omerico), che riassume il senso generale della silloge. Tenere fermo Proteo è impossibile, tanto meno attraverso la fissità illusoria delle parole: "Tu che sai solo dire la verità, / mostrami come trovare un vento fresco / e un porto sicuro. // Mi sveglio nella tempesta di mare, di sole, di onde abbacinanti; / il vento di mare strappa le pagine del mio libro." Impeccabile la traduzione di Massimo Bacigalupo per un libro che aspetta solo di essere letto.
Edoardo Zuccato
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