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«Benché fosse un eremita, era certamente il più interessante e pittoresco degli europei del suo tempo in Cina»: così uno studioso cinese ha descritto Sir Edmund Backhouse a Hugh Trevor-Roper, il celebre storico, che per una singolare serie di circostanze si era messo sulle tracce della sua vita. Ma chi era Sir Edmund prima di diventare «l’eremita di Pechino»? Dopo l’indagine di Trevor-Roper, consegnata in questa appassionante biografia per enigmi, possiamo tranquillamente rispondere: era un geniale mistificatore, forse il più grandioso e sottile del nostro secolo.
Il suo nome è inciso nel marmo, accanto a quelli di Cromwell e di Mellon, nella lapide che ricorda i più munifici benefattori della Bodleian Library di Oxford. Le sue pubblicazioni sono state lungamente discusse dai sinologi e considerate di altissimo valore. Nel Dictionary of National Biography lo si ricorda come un benevolo, distratto professore dalla nobile barba bianca, avvolto in una lunga veste cinese di seta, che lo faceva somigliare a un gesuita degli albori della dinastia manciù. Questo è, più o meno, quanto i posteri ricorderebbero di lui se un giorno uno scienziato svizzero non avesse affidato a Trevor-Roper due plichi con un manoscritto che non si fidava a spedire. Si trattava delle tuttora inedite memorie di Backhouse: un testo così fitto di enormità e oscenità d’ogni genere che – prima di darlo alla Bodleian Library –Trevor-Roper volle sottoporlo a un controllo. Presto si sarebbe accorto di essersi lanciato in un’impresa senza fine, il cui risultato è, per ora, questo libro. La conclusione della sua indagine è comunque sbalorditiva. Tracciando il ritratto di questo personaggio imprendibile che riusciva, con equanime perfezione, a inventare un classico cinese e una colossale fornitura di armi al governo di Sua Maestà britannica, ingannando con pari sicurezza i più grandi orientalisti e i Servizi segreti inglesi, Trevor-Roper ha rivelato, per lo meno in alcune delle sue metamorfosi, un vero, misconosciuto eroe del nostro tempo: un uomo che, dinanzi ai molti stolti che in ogni mistero vedono una mistificazione, ha saputo dimostrare con la dedizione di una vita intera che la mistificazione stessa è uno dei misteri più profondi.
L’eremita di Pechino è apparso per la prima volta nel 1976.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
FAntastico! Un esempio perfetto di ricerca storica. Da un'apparenza tutta chiara e perfettamente logica alla realtà di una mistificazione colossale. Appassionante come un giallo!
Così mal conosciuto, è uno dei libri più appassionanti che si possono leggere; una ricostruzione storica avvincente più di un romanzo che ci restituisce, alla fine un ritratto senz'altro ancora e irriducibilmente ossimorico eppure pieno e convincente di quell'enigma che si è chiamato Edmund Backhaouse. Lasciatevi trasportare dalla penna che Trevor Roper sa davvero ben guidare a scoprire passo passo, attraverso i pochi documenti disponibili, la vita pazzesca di questo dandy sui generis, geniale e infingardo, dotato di una predisposizione alla fantasticheria talmente potente da imporre le sue fantasie alla realtà: lo vedrete mediare grazie al suo - reale - genio linguistico e alle sue - immaginarie - relazioni con le più alte autorità cinesi fra le potenze imperialiste europee e la decadente corte imperiale cinese a cavallo fra 8 e '900. Eccolo trattare affari di importanza strategica eccezionale (come l'acquisto di armi per il dissanguato esercito britannico dalla neutrale Cina durante la I guerra mondiale, o la vendita di corazzate al Celeste Impero), far pendere dalle sue labbra diplomatici, ministri, capi di stato. E ancora lo si vede donare con munifica liberalità una eccezionale raccolta di manoscritti cinesi alla Bodleyan library di Oxford, pubblicare il controverso diario di un alto dignitario della corte imperiale manciù offrendo un'interpretazione tutta nuova delle vicende legate alla rivolta dei boxer e dell'attacco alle delegazioni straniere di Pechino. Ma su tutto questo Trevor Roper - che organizza la narrazione con calibratissima bravura - ha da dirci qualcosa di sbalorditivo che non si può qui anticipare senza rischiare di far fallire in parte il suo splendido lavoro.
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