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La ricostruzione delle antiche biblioteche e botteghe librarie si fonda di solito sullo studio dei loro inventari e dei relativi documenti d'archivio. La ricerca di Dallasta non fa eccezione alla regola, se non per la straordinaria ricchezza del repertorio archivistico: una miniera di informazioni che l'autrice ha trasferito "su un data base interrogabile attraverso filtri per poter individuare il maggior numero possibile di autori ed opere e raccogliere più precisamente notizie circa le legature e la collocazione fisica dei volumi nelle raccolte". Un'accurata periodizzazione permette inoltre di individuare "lo sviluppo delle varie discipline e le tendenze del gusto nell'arco di tempo considerato": le letture passano così da una "sostanziale continuità con la tradizione umanistica" a un crescente interesse per il "settore scientifico" e per "il dramma in musica", mentre si assiste a una "sempre più capillare diffusione dei supporti bibliografici per la pietà cristiana". La trasformazione e la diversificazione del gusto comportano altri mutamenti: la lettura diventa appannaggio di categorie sociali prima escluse, mentre si trasformano gli "scopi del leggere, tra i quali prevale il bisogno di comprendere l'attualità". Una nuova "curiosità intellettuale", che non trascura le lingue straniere e le descrizioni geografiche, è forse il tratto più caratteristico di quest'epoca di transizione. Ma il progressivo allargamento dell'orizzonte del sapere non esclude un profondo radicamento della spiritualità tridentina. Lo dimostrano i sondaggi che il volume dedica alla cultura femminile, laica e religiosa, nella Parma cinque-seicentesca: approfondimento conclusivo su una particolare tipologia di lettura, che applica con esemplare precisione i criteri documentari della ricerca.
Rinaldo Rinaldi
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