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L'equivoco del nome. Rime incerte fra Dante Alighieri e Dante da Maiano - Pasquale Stoppelli - copertina
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L'equivoco del nome. Rime incerte fra Dante Alighieri e Dante da Maiano - Pasquale Stoppelli - copertina

Descrizione


Nella critica dantesca è opinione consolidata che le prime esperienze di Dante rimatore siano avvenute nel segno di Guittone: lo proverebbero anzitutto i sonetti che il giovane Alighieri avrebbe scambiato con il suo omonimo Dante da Maiano, e attestati unicamente dalla "Giuntina di rime antiche", l'antologia dell'antica lirica toscana pubblicata dai Giunta a Firenze nel 1527. Tuttavia, le rime di corrispondenza con Dante da Maiano attribuite all'Alighieri dalla Giuntina, in particolare i due sonetti della tenzone del «Duol d'amore» (Qual che voi siate, amico e Non canoscendo, amico), evidenziano uno stile che è troppo simile a quello del Dante minore per non far sorgere il sospetto che siano una falsificazione di quest'ultimo al fine di accreditare sé stesso come corrispondente dell'autore della Vita nuova e della Commedia. E da un'indagine sistematica condotta col sussidio del corpus elettronico della nostra poesia dei primi secoli risulta che, oltre a quelle del «Duol d'amore», anche altre rime di impianto guittoniano riconosciute tradizionalmente come dantesche, in particolare Se Lippo amico e Lo meo servente core, potrebbero essere derubricate a dubbie, se non addirittura a spurie. Ne uscirebbe di conseguenza fortemente indebolita l'idea di un Dante giovanissimo che, prima di seguire la maniera di Guido Cavalcanti, avrebbe poetato nello stile di Guittone. I sei capitoli che costituiscono il libro, già pubblicati separatamente in veste di saggi autonomi, rappresentano la continuazione di una ricerca che ha prodotto nel 2011 un saggio dello stesso autore apparso nella medesima collana (Dante e la paternità del 'Fiore'). Lì, sulla base di riscontri stilistici stringenti, si ipotizzava che a scrivere il Fiore e il Detto d'Amore potesse essere stato Dante da Maiano e non l'Alighieri. Qui, oltre alle questioni di paternità di singole rime, l'interesse del volume è anche metodologico, ai fini di una riconsiderazione teorica dell'attribuzionismo letterario e delle pratiche filologiche che lo riguardano.
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Dettagli

2020
6 febbraio 2020
Libro universitario
104 p., Brossura
9788869734717

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Fabio
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Interessantissimo libro! consigliato a chi vuole approfondire aspetti filologici danteschi!

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Conosci l'autore

Pasquale Stoppelli

ha insegnato Filologia della letteratura italiana alla Sapienza di Roma. Su Machiavelli ha pubblicato: La “Mandragola”: storia e filologia, Roma 2005 e Machiavelli e la novella di Belfagor. Saggio di filologia attributiva, Roma 2007. Ha inoltre curato le seguenti edizioni di testi machiavelliani: Mandragola, Milano 2006; Teatro. Andria, Mandragola, Clizia, Roma 2017 (Edizione Nazionale delle Opere di Machiavelli) e nelle nostre edizioni Commedia in versi. Da restituire a Niccolò Machiavelli (2018).

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