Cosa passa dal DNA alla mente durante la vita, e cosa passa dalla mente al DNA? Come ci è dato averne un seppur minimo controllo?
Sullo sfondo di questo argomento troviamo: codice genetico e codice mentale; in cosa i due codici sono effettivamente differenti, in cosa non vanno confusi, quali sono i punti di sovrapposizione; quale è, se esiste, la coordinazione del loro modo di apprendere e del loro funzionamento. La parola ‘epigenetica’ indica: il DNA che impara. La mente, sappiamo, impara per vocazione. Ad un certo momento della storia dell’umanità alla memoria genetica si è aggiunta una memoria culturale, e quello che oggi chiamiamo arte sembra essere emerso per dare supporto materiale a questo processo. L’arte figurativa, in quanto proiezione oggettivata del pensiero, può essere un importante punto di entrata nell’analisi dei rapporti tra DNA e mente. Un possibile schema per affrontare l’argomento potrebbe essere: cosa è l’epigenetica; quali sono gli aspetti più propriamente fisici sui quali sappiamo che l’epigenetica è importante; quali sono gli aspetti del comportamento nei quali l’epigenetica esercita una funzione. Questa è l’introduzione all’argomento (Capitolo 1). Poi: come vengono trasmessi i caratteri di una cultura, intendendo per ‘cultura’ il funzionamento sociale della nostra mente? Poichè il termine ‘cultura’ è molto ampio, è opportuno scegliere qualche aspetto definito e sufficientemente caratterizzante sul quale focalizzare la attenzione. Mi sembra che i temi del ‘libero arbitrio-criterio di scelta’ (Capitoli 2-4) nella loro frequentata accezione laica (Capitoli 5-6) e quello del ‘concetto di armonia’ (Capitoli 7-9), possono essere sufficientemente rappresentativi. Resta il difficile compito di sovrapporre gli argomenti mente ed epigenetica (Capitoli 10 e 11). Seguiamo dunque questo schema espositivo, tenendo presente che le risposte a queste domande la storia le mette, sempre e comunque, davanti ai nostri occhi; e che ognuno se le racconta a modo proprio (Capitolo 12).