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L' ente intermedio. Percepire e giudicare la singola cosa
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1995
1 gennaio 1995
136 p.
9788870063196

Voce della critica


scheda di Valsania, M., L'Indice 1996, n. 2

Il compito della ricerca scientifica consiste, come sostiene Ernest Nagel, nel mostrare che vi sono delle relazioni necessarie tra i contenuti di proposizioni che a prima vista paiono sfuggire a qualsiasi ordine. Le "singole cose" interessano il discorso scientifico in quanto esse sono poste in relazione al tutto, in relazione cioè all'idea di una totalità dell'esperienza. L'autore di questo libro, pubblicato nella collana "Miscellanea Selecta", cercando un confronto diretto con il pensiero di Platone, di Aristotele, di san Tommaso e soprattutto di Kant, mostra di aver compreso a fondo la rilevanza del problema del rapporto tra la singola cosa esistente e l'ideale della omnimoda determinatio. Conoscere la singola cosa significa conoscere lo scarto mai colmabile tra essa e la conoscenza completa di essa, tra una determinazione e la totalità delle determinazioni possibili. Ma tra la cosa singola, il particolare e il tutto dell'esperienza esiste, secondo l'autore, una scala infinita di enti intermedi ancora non dati. Per conoscere, dunque, sarà necessario non solo cogliere le molteplici relazio-ni tra gli enti (siano questi enti fi-sici, siano atti umani o storici); sa-rà soprattutto necessario scorge-re e "prevedere" un ente intermedio tra quelli dati, ciò che in essi manca e che proprio come "mancante" determina l'unità dell'esperienza.

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