Attingendo a una quantità di testimonianze dirette, inclusa quella della moglie di Zátopek, Rick Broadbent ci racconta una straziante storia di sopravvivenza: l’ascesa, la caduta e la riabilitazione del «più grande corridore di tutti i tempi».
Soprannominato «la Locomotiva umana» perché ansimava durante le corse, Emil Zátopek si presentò al mondo ai Giochi di Londra del 1948, vincendo a sorpresa l’oro nei 10.000. Quattro anni più tardi, dopo aver inanellato una serie impressionante di primati nel fondo e nel mezzofondo, alle Olimpiadi di Helsinki Zátopek fu il primo atleta nella storia a presentarsi al via di 5000, 10.000 e maratona, stabilendo il nuovo record olimpico in tutte e tre le gare. Ma le imprese sportive impallidiscono davanti alle vicende dell’uomo. Nel 1968 Zátopek partecipò alla Primavera di Praga, firmando il Manifesto delle duemila parole di Ludvík Vaculík, e in seguito all’invasione delle forze sovietiche fu condannato a lavorare per vent’anni in una miniera di uranio. Attingendo a una quantità di testimonianze dirette, inclusa quella della moglie di Zátopek, anche lei atleta olimpica, Rick Broadbent ci racconta una straziante storia di sopravvivenza: l’ascesa, la caduta e la riabilitazione dell’atleta che «Runner’s World» ha eletto «il più grande corridore di tutti i tempi».)
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