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Se William Shakespeare, nel suo bellissimo "Re Lear", ha fatto introdurre un "fool" che dice al sovrano che "il passero nutrì il cucul così a lungo che i suoi piccoli gli mangiarono la testa" (le prime due figlie lo tradiranno); se a cavallo fra il '400 e '500 in Germania un certo Sebastian Brandt scrive "Das Narrenschiff" ("La nave dei folli"), dove ogni regola e principio sono irrevocabilmente sovvertiti; se Erasmo da Rotterdam , il più eminente fra gli umanisti europei, l'autore del "De libero arbitrio" e fermo oppositore di ipocrisie e falsi miti varii, ha redatto quelo bellissimo libercolo, ci sarà un perché. Il mondo alla rovescia come punto di vista privilegiato, martello satirico che demolisce le nostre convinzioni più stupide e preconcette; il folle ("the fool", appunto) come nuovo retore di piazza che ridicolizza il nostro vivere sociale e violento con i dardi velenosi di un apparente eremitaggio dall'umana esistenza. Fondamentale, potente, bellissimo.
Un testo di grande modernità,dove l'autore si immedesima nella Follia criticando in maniera pungente e dissacrante la corrotta società dell'epoca fra '400 e '500. Una critica sempre valida e sempre riproponibile,che sovverte e rovescia quelli che erano i valori tradizionali,a sfavore dei falsi teologi e falsi filosofi e a vantaggio della Follia e dei "folli".
Ne consiglierei la lettura con il sottofondo della chitarra rock di Steve Vai. La Follia , figlia di Pluto ed Eutete, danzera' leggiadra, come in un baccanale, sulle note di For the love of god.. " Tra i mortali , infatti , che cosa non si fa che non trabocchi di follia, e che non sia opera di folli in un mondo di folli? Percio ' se qualcuno volesse opporsi da solo a tutti, io lo consiglierei, di ritirarsi in un deserto, per godervi, da solo, della sua saggezza". Pregasi notare il sottile eppur tagliente sarcasmo . Il divino rock e la dea Follia, perche': "E' meglio trascorrere nella follia una vita colma di dolcezza, o andare cercando una trave a cui impiccarsi?"
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