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«Sai tu che cosa sia il dolore, Elias Portolu? Ah, tu credi di aver bevuto tutto il fiele della vita perché sei stato in carcere e perché ti sei innamorato della sposa di tuo fratello? Che cosa è ciò? È nulla: un uomo deve sputare su queste piccole cose. Il dolore è ben altro, Elias, è ben altro. Hai tu provato l’angoscia di dover commettere un delitto? E poi il rimorso? E la miseria, sai tu cosa sia la miseria? E l’odio che cosa sia? E veder il nemico, il rivale trionfatore, impossessarsi del tuo e poi perseguitarti? E sei stato tradito? Dalla donna, dall’amico, dal parente? E hai accarezzato per anni e anni un sogno, e poi te lo sei veduto sparire davanti come una nuvola? Ed hai provato cosa sia l’arrivare poi a non credere più a nulla, a non sperare più in nulla, a veder tutto vuoto intorno a te? Il non credere in Dio, o il crederlo ingiusto e odiarlo perché ti ha aperto tutte le vie e poi te le ha chiuse tutte ad una ad una, lo sai che cosa voglia dire, Elias Portolu, lo sai tu?». Elias Portolu, pubblicato per la prima volta nel lontano 1900, e ripubblicato recentemente da Utopia Editore nel 2022, della scrittrice sarda Grazia Deledda, premio Nobel per la Letteratura nel 1926 con la seguente motivazione: «per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano», è un affresco vivissimo delle complicate relazioni umane, degli affetti mancanti e sui desideri troppo in fretta esauditi, ma soprattutto un romanzo sulla colpa, e su quel delicato e labile confine tra ciò che giusto e ciò che è sbagliato, in una marasma di istinti individuali e dettami sociali e familiari da rispettare. Primo romanzo che leggo della scrittrice, ma sicuramente non l’ultimo. Premio Nobel – uno dei sei Nobel italiani per la Letteratura, e l’unica donna che l’abbia vinto fino ad ora – sicuramente da approfondire e riscoprire.
Nella Sardegna selvaggia di inizio '900, il giovanissimo Elias si innamora di Maddalena, la compagna di suo fratello. Trovo che Grazia Deledda sia una protagonista assoluta della sua epoca, quanto D'Annunzio e Pirandello. Una scrittrice che leggerò ancora.
Il fascino di questo romanzo breve, forse il mio preferito di Grazia Deledda, è tutto nella caratterizzazione del protagonista, un giovane pastore sardo travolto dall'amore 'per la cognata. Libri così non invecchiano mai.
Elias deve affrontare una forte lotta interiore tra desiderio, religione, famiglia, rispetto, gelosia, rimorsi.