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Elegie. Vol. 1: Libri I-II. - Sesto Properzio - copertina
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Descrizione


Cynthia prima suis miserum me cepit ocellis, / contactum nullis ante Cupidinibus: «Cinzia per prima con i suoi begli occhi mi ha catturato, / infelice: nessun Cupido mi aveva ancora trafitto». Iniziano così le Elegie di Properzio, ed è subito chiaro che in questa raccolta di poesie raffinate è la donna a conquistare: le basta, per questo, uno sguardo. Il poeta, soggetto dello scrivere, diviene oggetto dell'Amore. «Allora» continua l'incipit della prima elegia, «Amore ha piegato il mio sguardo sempre superbo, / mi ha posto i piedi sul capo e ha premuto, / finché mi ha insegnato, crudele, a detestare le caste fanciulle / e a condurre una vita del tutto priva di senso.» Una realtà «dai valori sovvertiti» nella Roma di un Augusto dedito alla restaurazione di quelli antichi: «non solo perché è la donna a dominare sull'uomo, ma anche perché vivere la vita d'amore significa rinnegare l'impegno nella vita civile e politica che contraddistingue il ciuis Romanus». Non narrano una «storia» d'amore in quanto tale, le Elegie, né dipingono un «coerente ritratto» di donna. Certo, Cinzia è dura e indifferente, «implacabile nel costringere lo spasimante a un duro seruitium», amante esagerata di trucchi e belletti, volubile e incostante, «insensibile nei confronti del poeta persino nei momenti di suo grave pericolo», pronta ad abbandonarlo per un nuovo, magari ricco, corteggiatore. Cinzia è in realtà un personaggio letterario, che vive all'interno di una tradizione: «irreprensibile matrona», ma anche meretrice sfrenata, e infine docta puella che legge e giudica, «da imparziale critica letteraria», la poesia di Properzio, ed è capace di scrivere versi suoi «che rivaleggiano con quelli di Corinna». Cinzia è un tipo che il poeta trasforma in mito cangiante. La presenza di Cinzia è ancora assai insistente nel libro II, la fine del quale anticipa la clamorosa rottura con lei. Poi, quella presenza impallidirà nel libro III, nel quale Properzio intraprende una via nuova, riconoscendo il magistero di Virgilio e muovendo poi nel successivo verso la poesia eziologica, celebrativa dei primordi di Roma a esaltazione delle glorie augustee del presente. Le Elegie ampliano così il loro registro, fondando un genere nuovo e una nuova poetica.

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Dettagli

2021
23 novembre 2021
496 p., Rilegato
9788804741961

Conosci l'autore

Sesto Properzio

(Assisi? 50 ca a.C. - Roma, dopo il 15 a.C.) poeta latino. Perdette il padre ancora bambino, e insieme alla madre si stabilì a Roma. Non partecipò alla vita politica, ma si dedicò unicamente agli studi letterari e alla poesia. Innamoratosi appassionatamente di una donna bella e colta, di nome Hostia, la celebrò nei suoi versi con lo pseudonimo di Cinzia. Dopo la pubblicazione, nel 28, del suo primo libro di versi, venne accolto nel circolo di Mecenate. Fu amico di Virgilio e di Ovidio, al quale ultimo leggeva volentieri i propri componimenti.P. scrisse quattro libri di Elegie, nel metro tradizionale del distico (esametro più pentametro), tra il 30 e il 16/15 a.C., e li pubblicò separatamente, cioè nel 28 (I), nel 22 (II e III), nel 16/15 (IV). Nei primi tre, in una confessione che alterna...

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