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scheda di d'Amato, M., L'Indice 1995, n. 6
Se è sempre più vero che niente più accade se non riaccade nei media, al punto che si è venuta stabilendo una condizione di parità tra la realtà viva e la sua replica televisiva, allora sempre più spesso sono utili le riflessioni che propongono l'informazione televisiva come capacità di produrre esperienza. È quanto ha fatto Gianluca Nicoletti in questo saggio. Il libro nasce dall'esperienza quotidiana del critico e del giornalista televisivo che individua tipi che divengono prototipi dal momento che esistono al di là dello schermo. Si tratta di un'analisi della contemporaneità vista dal suo doppio televisivo dove quest'ultimo finisce per essere più vero del vero. Attraverso la disamina di personaggi e situazioni che li accompagnano, si percepisce la confusione tra i due mondi che propone il reale con i suoi replicanti catodici. Funari, Costanzo Fiorello, Lambertucci, Ambra, Sgarbi, Marzullo, pongono un importante interrogativo al pensiero debole della cultura postmoderna: siamo noi a guardare la televisione o è lei a guardare noi?
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