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Inquinamento, minacce all'ambiente, influenze nei processi di distribuzione della ricchezza mondiale, strumento per forgiare identità nazionali, elemento di definizione di valori culturali e di creazione di legami sociali: al di là delle conseguenze sulla salute (in questo periodo portate alla ribalta nella loro più tragica realtà dal caso "mucca pazza"), il consumo di carne bovina ha influenzato e influenza numerosi e fondamentali aspetti della società. La nostra vita e il nostro mondo industrializzato sono infatti prepotentemente modellati sul piano ecologico, storico, culturale, razziale, economico e persino etico e morale, da una tradizione alimentare che privilegia l'utilizzo di prodotti animali. A volte tale condizionamento è noto e palese, a volte agisce in modo insospettabile. Il nuovo saggio del pensatore americano Jeremy Rifkin ha il merito di svelare nelle sua interezza e complessità questo fenomeno, senza tralasciarne nessun aspetto e dischiudendo agli occhi del lettore un panorama ricco di suggestioni e spunti di riflessione. L'analisi di Rifkin è come sempre competente e rigorosa ma anche vivace e avvincente; scorre sui binari di un linguaggio chiaro e piacevole, accessibile anche al vasto pubblico e raggiunge conclusioni attendibili, combinando ricerche serie e opinioni convincenti. Nelle sei parti in cui è strutturato, Ecocidio racconta la storia della "relazione, plasmata da millenni di storia comune, che lega gli uomini agli animali", individuandone con lucidità le radici e denunciandone senza reticenze i costi e le conseguenze. Al centro della trattazione si colloca il concetto dei "complessi bovini", secondo la tesi dell'autore "elaborate reti culturali che hanno contribuito a dare forma a dinamiche ambientali, economiche e politiche di intere società": si parte dall'esplorazione del ruolo storico del bestiame nella civiltà occidentale per arrivare alle minacce ambientali derivate dal complesso bovino mondiale e alle sue implicazioni razziali, etiche e morali. A conclusione, un appello all'umanità a superare la "cultura della bistecca": "l'eliminazione della carne dalla dieta umana segnerebbe una svolta dal punto di vista antropologico nella storia della consapevolezza umana".
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