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scheda di Mancia, M., L'Indice 1993, n. 1
La posizione dualistica di mente e corpo può essere superata secondo l'autore attraverso il concetto di oggetto originario concreto (Ooc), in cui funzioni organiche (somatiche, metaboliche, ecc.) si articolano con funzioni mentali. Ferrari cerca di andare al di là del dualismo proponendo l'ipotesi che il livello simbolico e il livello neurofisiologico della mente possano essere legati insieme per spiegare i processi della coscienza.
Fin dalla nascita la mente deve fare i conti con tutto quello che vuole il corpo, lo stesso sviluppo del simbolo è condizionato dal corpo al punto da essere considerato "il corpo che si fa significante". Il processo che relaziona la mente al corpo del bambino è chiamato "Uno"; da questo nascerà un altro processo che porterà alle rappresentazioni e alla simbolizzazione. Quest'ultimo è chiamato "Bino". È nel passaggio dall'"Uno" al "Bino", cioè dal corpo alla simbolizzazione, che l'Ooc inizia la sua eclissi (che dà il titolo al libro). L'Ooc verrà messo in ombra, ma non scomparirà (lo ritroveremo infatti nella vita mentale dell'adulto) e comunque la mente oscillerà dall'"Uno" al "Bino", cioè da un sistema rappresentazionale arcaico (denso di fisicità) a modalità simboliche e di pensiero. La madre, con la sua 'rˆverie', sarà centrale all'eclissi dell'Ooc e nella relazione analitica sarà possibile riconoscere il difetto dell'eclissi dell'Ooc e quindi il disturbo che ha rotto la relazione tra l'"Uno" e il "Bino". Nella relazione primaria si stabilisce così un doppio rapporto: un rapporto "verticale" della mente con il proprio Ooc (dominato da sensazioni fisiche) e un rapporto orizzontale del bambino con la madre. È questa l'ipotesi forte di Ferrari: che il mondo può essere conosciuto dal bambino solo passando prima attraverso il rapporto verticale con il proprio corpo. Questa teoria pone Ferrari lontano dalla Klein: per quest'ultima il mondo interno del bambino si struttura attraverso il rapporto orizzontale con la madre. Per Ferrari la madre è solo un elemento catalizzatore di esperienze e non il soggetto introiettato.
Nel corso della vita, il rapporto della mente con l'Ooc potrà condizionare il vissuto e il comportamento, specie in adolescenza quando il corpo va incontro a profonde trasformazioni e si assiste a un nuovo riproporsi dell'eclissi dell'Ooc. In ambito clinico il modello dell'Ooc permette originali correlazioni tra eventi fisici e modalità di pensiero. Il modello cioè permette di guardare ai disturbi psicosomatici da un nuovo vertice e di collegarli transferalmente a una serie di eventi primari che hanno avuto per protagonista la relazione verticale (cioè il rapporto della mente con il corpo) e la relazione orizzontale (con la madre). È chiaro che un disturbo di questi eventi favorirà "il passaggio verso la fisicità di tutti quegli aspetti che la mente trova difficoltà a rendere pensabili".
In questa linea possiamo pensare che anche eventi patologici collegati al corpo (come ad esempio la caduta dei fattori immunitari) siano il risultato di un particolare stato in cui la mente è incapace di trasformare e metabolizzare le angosce per renderle pensabili.
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