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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2016
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Tre storie che per un attimo restano in sospeso, trattengono il respiro, e poi, in un crescendo degno delle migliori sinfonie, si avviano verso il gran finale.
«Ti prende, eh? Si chiama blues.»
«Perché?»
«Perché il blu è il colore della notte, e quando uno si sente giù, è nella notte che cerca sollievo. Il blu è il colore di chi è triste, avvilito. E il blues è la musica delle tribolazioni che la vita mette nel cuore della gente. Parla di quello che le persone vorrebbero ma non hanno. Una canzone blues supplica di poter vivere.»
La musica ti salva. Ha un potere enorme, magico. Riesce a penetrare dentro di te fin nel profondo, ti scorre dentro per darti forza e speranza e coraggio. Ed è proprio lei la protagonista di questo romanzo, la musica. Ne accarezza le pagine, ne scandisce il ritmo e scorre attraverso le tre storie che lo compongono, racchiuse a loro volta in una quarta storia più grande che fa da cornice, un racconto con le tinte di una fiaba, dove tutto inizia e tutto finisce.
Le note della Ninna nanna di Brahms ci accompagneranno a conoscere Friedrich, un bambino tedesco che negli anni dell’ascesa al potere di Hitler farà di tutto per non piegarsi al regime e rimanere fedele ai principi che gli ha trasmesso il padre. Considerato da tutti un mostro a causa di una voglia che gli ricopre la guancia, Friedrich custodisce un grande sogno nel cuore: quello di diventare, un giorno, un direttore d’orchestra. Ma prima dovrà affrontare una sfida ancora più grande, quella di salvare suo padre, tenuto prigioniero dai nazisti.
Sulle note di America the Beautiful attraverseremo l’Oceano per conoscere Mike e Frankie, due fratelli rimasti orfani alla disperata ricerca di una famiglia che li accolga e li faccia sentire di nuovo a casa. Mike è il più grande, ha uno straordinario talento per il pianoforte, e ha promesso alla nonna che avrebbe sempre protetto il fratellino e non avrebbe mai permesso che venissero separati. Così, quando una donna decide di adottarli, i due ragazzini faranno il possibile per conquistare il suo cuore, un cuore reso di pietra dal dolore di una perdita.
E poi c’è Ivy. Di origini messicane, con una famiglia in continuo spostamento a causa del lavoro del padre e un fratello partito per la guerra. Ivy non riesce a mettere radici. Con l’ultimo trasferimento ha perso l’unica vera amica che aveva e ora, nella nuova città, teme di non riuscire a costruire un legame così forte con un’altra persona. Le parole di Auld Lang Syne continuano a frullarle in testa, mentre cerca una spiegazione per quel verso che non riesce a capire: “Credi davvero che i vecchi amici andrebbero dimenticati e mai più ricordati?”. Ma quando conosce Susan tutto cambia. Con addosso il giubbotto donatole dal fratello prima di partire e con l’aiuto di un’amica su cui contare, Ivy si troverà a combattere la sua piccola guerra contro la discriminazione e l’intolleranza.
A collegare le tre storie è un’armonica, un oggetto piccolo ma con una potenzialità sorprendente, in grado di sprigionare quell’energia che ti consente di tenere duro e non arrenderti alle difficoltà della vita. Un’armonica con qualcosa di magico, che sembra provenire da un mondo di fiaba.
Pam Muñoz Ryan ci regala tre storie che raccontano i problemi sociali della civiltà europea e americana del secolo scorso, problemi veri e concreti ma che l’autrice riesce a racchiudere all’interno di una fiaba, con tanto di re e regine, principesse abbandonate nella foresta, profezie e streghe malvagie ed egoiste perché avvelenate dall’invidia.
Sono tre storie che per un attimo restano in sospeso, trattengono il respiro, e poi, in un crescendo degno delle migliori sinfonie, si avviano verso il gran finale.
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