Manolito "ogni tanto ha un complesso". Manolito ha gli occhiali, e infatti tutti lo conoscono come "Manolito Quattrocchi" ("A scuola mia tutti quelli che contano qualcosa hanno un soprannome. Quando non ce l'avevo, piangevo parecchio"). Manolito dorme con il nonno, un nonno furbo e amante delle belle donne. Manolito ha una madre la cui specialità sono le scoppole ("La scoppola è una sberla che ti molla tua madre in quella parte del corpo corporale che si chiama nuca") e che non è stata assunta dalla CIA solo perché la CIA si è distratta. Ha una maestra noiosa e spietata. Un fratellino che chiama "l'Imbecille". Un migliore amico. Un compagno bullo. Un'innamorata sadica. Manolito è un bambino di periferia, di una periferia brutta ma con "un cielo tra i più belli del mondo, bello come le piramidi d'Egitto o i grattacieli di King Kong". I libri di Manolito, invece, sono ormai dei veri classici, e il fatto che in Italia non fossero più disponibili era per certi versi inspiegabile. Usciti tra la fine degli anni novanta e i primi anni del duemila da Mondadori sono poi dolorosamente scomparsi; anche per questo la nuova edizione Lapis è meritoria. Anche, ma non solo: Lapis sceglie infatti di affidarne la traduzione a Luisa Mattia, ben nota scrittrice di libri per ragazzi (premio Pippi 2006, premio Andersen miglior scrittore 2008) nonché autrice della Melevisione, altrettanto nota trasmissione televisiva. E Mattia probabilmente ama Manolito da tempo, perché la sua traduzione intelligente e appassionata rende piena giustizia all'originale, al suo ritmo, al linguaggio buffo e a tratti ingenuo del suo protagonista. Lo fa introducendo qualche romanismo ("nonno suo") ma soprattutto lo fa inventando (o reinventando) una voce talmente coerente e credibile da sembrare vera. Il personaggio di Manolito è stato creato da Lindo per la radio, e la sua parlantina senza freni è diventata inconfondibile; poi ha acquisito una faccia grazie alle illustrazioni di Emilio Urberuaga (mantenute ovviamente anche nell'edizione italiana) e oggi risulta inscindibile dal suo tratto veloce ed espressivo, proprio come sembra impossibile pensare ai personaggi di Dahl senza vedere i disegni di Quentin Blake. Di Manolito si è detto, negli anni, che è un'operazione di critica sociale, che è un romanzo umoristico per adulti e bambini, che aiuta a leggere un paese, un periodo, addirittura "un'epoca". Quello che è certo è che la sua capacità di esplorare la quotidianità con uno sguardo sempre lievemente strabico e straniante lo rende fratello di tutti i grandi protagonisti della letteratura per l'infanzia. Sara Marconi
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