(Budapest 1929 - Berlino 1971) studioso ungherese di estetica e di poetica. Fu docente di letterature comparate a Berlino. Nella più nota delle sue opere, Teoria del dramma moderno (1956), S. analizza l’evoluzione della forma drammatica dal periodo rinascimentale a oggi: il dramma seicentesco è «assoluto», cioè non presuppone riferimenti al di fuori di sé né per quanto riguarda i rapporti temporali e spaziali né per quanto concerne l’accaduto e la funzione dei personaggi; a partire dalla seconda metà dell’Ottocento tutti i momenti di questa assolutezza vanno relativizzandosi, a mano a mano che la normalità dei rapporti tra gli uomini si modifica sotto il peso dell’alienazione indotta dalla rivoluzione industriale. Il risultato è il teatro contemporaneo, nel contesto del quale spicca la soluzione «epica» di Brecht. Si segnalano ancora il Saggio sul tragico (Versuch über das Tragische, 1961) e le raccolte postume di saggi Poetica dell’idealismo tedesco (Geschichtphilosophie I, 1973) e La poetica di Hegel e Schelling (Geschichtphilosophie II, 1974).