Mattia Bertoldi, con "La dura legge di Baywatch. Tutto quello che avete amato negli anni ’90" , ha raccolto i suggerimenti di decine di suoi coetanei e ci racconta con sorprendente ironia e un pizzico di rimpianto la musica, la tv, l’intrattenimento, le letture, le mode e le tecnologie degli anni ’90.In un percorso strutturato come un librogame, soppiantato in quegli anni dai giochi di ruolo elettronici, si chiede come sia stato possibile divertirsi, amare, studiare, comunicare senza Wikipedia, Google, Netflix e gli smartphone. E, senza prendersi troppo sul serio, rivendica con orgoglio di avercela fatta, di essere uscito indenne da quel decennio, nonostante tutto.
Accendiamo la televisione ed ecco i remake di "X-Files", "Beverly Hills 90210", "Twin Peaks" e (presto) di "Xena - Principessa guerriera" e "Baywatch". Sul telefono abbiamo l'app di "Pokémon Go", sulla console sogniamo il rifacimento di "Final Fantasy VII" che presto sarà realtà. Al cinema attendiamo le nuove versioni di "Jumanji", "It", "Il corvo" e "Space Jam", e se ci siamo andati negli ultimi tempi è stato solo per il gusto di vedere se le nuove versioni dedicate a "Point Break" e alle "Tartarughe Ninja" erano all'altezza degli originali. E sapete cosa? Non reggono mai il confronto.Perché noi degli anni 90 siamo innamorati, ci siamo cresciuti dentro e non potrebbe essere altrimenti. Eppure, certe cose non sono proprio belle da rievocare - ci hanno segnati, sì, ma come delle cicatrici. Le mode assurde, la piaga dei videoregistratori, la perenne difficoltà di vivere in bilico tra un'epoca analogica e quella attuale, legata al digitale. Ma li abbiamo superati, siamo gli eroi dei due mondi. E questo libro è stato scritto per non scordare mai che ce l'abbiamo fatta.
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