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Film del 1949, in bianco e nero, in lingua originale, sottotitolato in italiano, in alta definizione. Un'altra gemma del maestro Kurosawa che stavolta ha per protagonista il dottor Kyoji Fujisaki (Toshiro Mifune), un medico di rara "coscienza etica" che si staglia sui mali che lo circondano grazie alla sua gigantesca figura di uomo. Il personaggio, interpretato dal bravissimo Mifune, trova il suo opposto in Susumu Nakada, colui che incarna la bassezza a cui può giungere l'essere umano che, lasciata da parte la ragione e la morale, si lascia guidare dall'irragionevole istintualità. Altro personaggio chiave da osservare con attenzione, è quello dell'infermiera Minegishi che viene letteralmente salvata, sia fisicamente che moralmente, dall'intervento medico e umano del Dottor Kyoji. In realtà questi riesce a salvare o aiutare un po' tutti quelli che lo circondano, ma non è in grado di salvare o aiutare se stesso: che sia questo il tragico segreto della sua potente figura? Che sia proprio questo suo dolore, la fonte a cui possono abbeverarsi tutti coloro che soffrono intorno a lui? Il suo dramma attira amore e ammirazione ed appare emblematico a tal riguardo il colloquio tra un poliziotto e suo padre: Poliziotto: "Comunque...sai cosa dice il capo riguardo tuo figlio? A volte tra i dottori c'è un santo. Padre: Un santo? Mio figlio un santo? Poliziotto: Proprio così. Padre: Non so che dire. Sta solo provando a restituire la speranza alle persone che sono più infelici di lui. Se fosse stato felice, sarebbe diventato insensibile". Mi chiedo: possibile che l'uomo felice non sia in grado di essere altruista? Voglio credere che non sia così. Comunque, il vero insegnamento del dottor Kyoji, a mio avviso, è che avere una "coscienza etica", il più delle volte, pur costando sudore e immensi sacrifici, riesce sempre a ripagarci. Questo, è un messaggio assai profondo e davvero in contrasto col nostro tempo pieno di "Nakada" e rende questo film davvero appagante. Un film magnifico.
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