«Roddy Doyle è un genio.» J.K. Rowling «Roddy Doyle ha ridefinito da solo, almeno su questa sponda dell’Atlantico, cosa debba intendersi per narrativa letteraria.» Nick Hornby «Roddy Doyle è un indagatore delle profondità più nascoste del cuore: dell’amore, della sofferenza e della sconfitta.» Joseph O’Connor Due amici si incontrano regolarmente in un pub di Dublino per condividere la tradizionale, consolatoria pinta di birra, e commentare con disincantata ironia le novità del giorno: la riconferma di Obama, le Olimpiadi di Londra, la storica visita della regina in Irlanda. Ma non mancano le incursioni nel privato, le mogli, i nipoti, in particolare il piccolo Damien con il suo amore smodato per gli animali, che lo porta ad adottare prima una iena e poi un orso polare. I due non sono affatto dei provinciali: si preoccupano del debito della Grecia, o delle mosse degli investitori internazionali (chiunque essi siano o chiunque credano di essere), ammirano le gesta di un tal Francesco Schettino e si interrogano sulle cause reali delle dimissioni di Berlusconi, o sulla fuga del colonnello Gheddafi (che uno dei due è convinto di aver visto al Terminal 2 dell’aeroporto, travestito da addetto alle pulizie), piangono la morte di star come Whitney Houston e Robin Gibb, si esaltano per le gesta dei loro idoli del calcio (salvo poi temere che la passione per Fernando Torres o Andrij Ševcenko possa essere segno di scarsa mascolinità). E fanno pace con se stessi quando finalmente scoprono una ragione valida per ricominciare a odiare gli inglesi. «Roddy Doyle lascia ogni volta i suoi lettori senza fiato.» The Sunday Times «Uno dei maggiori scrittori irlandesi viventi.» la Repubblica «Roddy Doyle è una specie di eroe nazionale. È colui che ha fatto conoscere al mondo la realtà dell’Irlanda d’oggi.» Irish Independent )
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