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Ho apprezzato molto questo libro, sia per lo stile narrativo, molto fluido che per i contenuti. Questo libro non solo racconta le scelte di vita dell'autore ma descrive il mite popolo degli Inuit, così lontano da noi. Ci permette di capire e vedere con altri occhi un popolo lontano, con tradizioni e storia, fuori dal nostro tempo, che a noi possono sembrare strane o sbagliate. Lettura consigliatissima.
Non è solo il vento a gridare più forte tra queste pagine. Robert Peroni lancia il suo grido che se da un lato è un inno d’amore per questa terra di ghiaccio, dall’altro è una denuncia nei confronti delle organizzazioni non governative (alcune delle quali “Green”) e dei movimenti animalisti più estremi. Essere animalisti a volte può essere “il male”! Non avrei mai creduto un giorno di poterlo pensare, ma le parole di Peroni mi hanno aperto gli occhi. Occhi spalancati come quelli di una foca, la cui uccisione viene spesso stigmatizzata dagli attivisti che si battono a spada tratta per la sua sopravvivenza. E per la sopravvivenza del popolo Inuit chi si batte? Gli Inuit uccidono le foche per sostentamento, non per sport o per lucrare sulla pelliccia. Eppure purtroppo non c’è storia: per gli attivisti la foca ha gli occhi grandi e belli, gli Inuit possono tranquillamente cibarsi d’altro. Sono questi i temi affrontati da Robert Peroni nel suo libro: la globalizzazione, la triste abitudine di imporre la nostra civiltà alle minoranze, le condizioni precarie e selvagge degli Inuit. Il tutto con un approccio antropologico e senza quel finto buonismo che infastidisce già da lontano. Robert Peroni non è un divulgatore ma un alpinista, spesso in passato protagonista di avventure “no limits” che ha scelto di abbandonare gli agi della vita moderna in favore della compagnia del popolo del ghiaccio. Un bel libro dove non ho patito il minimo di freddo anzi, mi è arrivato tutto il calore di un popolo che vive di tradizioni, senza sapere cosa siano l’odio e il rancore.
Acquistato, attirata dal titolo, per tenermi compagnia durante un viaggio e letto tutto d’un fiato. Mi piace la narrativa riguardo i viaggi ma qui ho trovato molto di più. Le descrizioni dei luoghi sono incredibili, così come l’analisi delle avventure sportive e le scelte di vita di un uomo che sembra aver trovato il proprio posto nel mondo accanto al popolo inuit, in Groenlandia. Consigliati anche gli altri 2 libri: “Il colore del ghiaccio” e “In quei giorni di tempesta”.
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