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Una faticaccia tentare di leggere questo testo. Da una parte l'a. ha una forte tendenza a ripetersi. E qui qualcuno potrebbe dire: va bene, "repetita iuvant"... ok, ma alla lunga la cosa si fa tediante. Ma il vero, gravosissimo, problema è più che altro la presunta traduzione. Sottolineo presunta perché definirla tale mi parrebbe un’esagerazione. Difatti, complica inutilmente il testo e, quel che è peggio, talvolta cambia completamente il senso delle frasi, rendendo il tutto un pasticcio indigeribile. Esempio a caso, facilmente rintracciabile sul finire del 3° cap. (p. 141): «Guardando a ritroso, la Scuola di Chicago e i suoi seguaci devono essere debitamente riconosciuti come il primo tentativo riuscito di sviluppare e sostenere una teorizzazione della città esplicitamente spaziale, dando non poca considerazione alle teorie di socialismo scientifico sulla despazializzazione e alle tendenze ugualmente despazializzanti che accompagnarono nell’ultima parte del XIX secolo la nascita delle scienze sociali.» Ora, sono riuscito a recuperare l’originale, che recita (p. 93): «Looking back, the Chicago School and its followers must be duly recognized as the first successful attempt to develop and sustain an explicitly spatial theorization of the city, no small achievement given the despatializing theories of scientific socialism and the equally despatializing tendencies that accompanied the late nineteenth-century formation of the social sciences.» Ergo, la traduzione corretta dovrebbe essere più o meno la seguente: A posteriori, la Scuola di Chicago e i suoi seguaci debbono essere debitamente riconosciuti come il primo tentativo riuscito di sviluppare e sostenere una teorizzazione esplicitamente spaziale della città, un risultato non da poco se si considerano le teorie despazializzanti del socialismo scientifico e le tendenze altrettanto despazializzanti che accompagnarono la formazione delle scienze sociali alla fine del XIX secolo. Insomma, brivido, terrore e raccapriccio
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