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Vengono pubblicati in questo volume alcune centinaia di documenti del Trecento e dei primi del Quattrocento pertinenti alle diocesi di Belluno e Feltre, rette nel medioevo, per circa due secoli e mezzo, da un solo vescovo. È la prima volta che Belluno e Feltre entrano in questa collana e la circostanza si spiega con il fatto che il patrimonio delle fonti documentarie medievali del Veneto è assai piú ricco per i grandi centri urbani della fascia pedemontana e per i loro territori, di quanto non sia per le due città alpine.
La fonte qui pubblicata, in effetti, evidenzia la peculiarità di quella che oggi costituisce la Provincia di Belluno ed è ricca di insegnamenti. Attraverso lo specchio della documentazione redatta da Liazaro, che è notaio e chierico ad un tempo, per conto dei vescovi di Feltre e Belluno, in special modo del vescovo Antonio Naseri, emerge la realtà ambientale e sociale dei due piccoli centri urbani, dominati dall’aristocrazia che controlla attentamente le istituzioni ecclesiastiche e ne riceve benefici e investiture. Cosí come ci appaiono sullo sfondo le campagne, le montagne, gli alpeggi della val Belluna e del Feltrino, nonché della Valsugana e del Tesino, oggi appartenenti (sotto il profilo civile ed ecclesiastico) al Trentino ma allora parte integrante ed anzi preponderante della diocesi di Feltre.
Ma se questo è lo scenario geografico e sociale tipico delle due piccole città alpine, si sente anche la forte influenza dei poteri politici dei grandi centri della pianura padana. In quei decenni infatti Padova è governata dai da Carrara, mentre Milano è in mano viscontea; e siamo nel breve ma importante periodo nel quale i signori di Milano dominarono quasi tutto il Veneto, Treviso esclusa. La spregiudicatezza con la quale vengono gestiti i beni ecclesiastici e la contiguità tra il vertice della chiesa di Feltre e Belluno e i suoi sponsors politici; la miriade di preti e di chierici che a Padova, a Feltre, a Belluno si affollano attorno agli altari e alle cappelle; le ‘infornate’ di ragazzini e di giovanissimi per i quali padri potenti e famelici chiedono prebende e chiericati, è davvero impressionante e ci suggerisce istruttive comparazioni con una situazione odierna molto diversa, in cui i rapporti tra la società, lo stato e le istituzioni ecclesiastiche sono rappresentati da una positiva collaborazione.
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