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Un buon Dizionario di storia del Liberalismo italiano donde si evince che è vero che il PR è sorto nel 1957 in seguito alla scissione dal PLI-il Partito Liberale-da cui si staccarono esponenti come i ministri Villabruna e Cattani che accusarono l'onorevole Malagodi di tradire il vero liberalismo spostandosi sempre più a destra. «Avete il potere-è la battuta per chi resta-e allora malagodetevelo!» gridarono gli ex-liberali con elementi vicini al settimanale IL MONDO e a L'ESPRESSO. Una storia da conoscere per conoscere più a fondo il nostro Paese.
Luigi Einaudi adottò politiche vicine al liberalismo. Poche tasse, meno regole. l'unica via sensata possibile. I momenti in cui la nostra economia è andata meglio. Il solo periodo che ha dato inizio al boom economico italiano è stato segnato con Einaudi. Politiche che furono adottate per la prima volta in Italia. Quando sono finite abbiamo iniziato a calare le braghe e da allora non abbiamo più smesso. In Italia siamo pieni di tasse e le aziende ricevono aiuti statali. Questo non è liberismo. Per aprire un'azienda ci vogliono più di cento giorni in media. Vi sembra liberismo? E gli italiani dovrebbero studiare meglio la storia per poter comprendere ed agire conseguentemente, con questo bellissimo Dizionario del liberalismo italiano ora questo è possibile, in quanto sui libri scolastici certi dati non si trovano. Solo adottando politiche di libero mercato con tassazioni basse si potrebbe risolvere i mali che affliggono il nostro Paese pieno di regole e di burocrazia ! Per sistemare le cose servirebbe ancora più liberalismo e più liberismo! La gente deve essere libera di costruirsi la propria felicità. Non deve essere lo Stato a darcela e a dirci come vivere.
Il PLI erede di Cavour è divenuto un partito politico moderno dopo il 1918, anche se come tendenza ha largamente influito sulla classe dirigente italiana che ha retto le sorti dello Stato unitario fino all'avvento della prima guerra mondiale. Disgregatosi all'avvento del fascismo, si è ricostituito dopo il 1943 stringendosi intorno alla figura del filosofo Benedetto Croce. Fin dal suo sorgere non ha saputo risolvere un problema di fondo che già lo stesso Benedetto Croce aveva puntualizzato: il PLI doveva assumere una posizione "liberale" in politica ed accettare contemporaneamente il "liberalismo" o "liberismo" classico in economia, oppure per il settore economico doveva far sue le esperienze e gli studi più recenti, a cominciare dal "New Deal" americano? Tale contrasto si risolse praticamente con la scissione dal PLI dei cosiddetti "liberali di sinistra" facenti capo all'allora ministro Villabruna: gruppo che, con altri, costituì nel 1957 il Partito Radicale. Il PLI si è ispirato da sempre, sul piano economico, al liberalismo. Il che lo porta ad attestarsi su posizioni conservatrici, di rigida difesa di privilegi consolidati. Nonostante la sua apparenza di unità d'intenti, vi si ritrovarono due diverse interpretazioni dentro il PLI: quella ufficiale, che faceva capo alla persona dell'on. Malagodi, democratica- seppur di destra-, e quella che nonvoleva restare indifferente alle sollecitazioni dei monarchici del PDIUM e dei neofascisti dell'MSI, per un'alleanza organica e la formazione della "Grande Destra". Una terza tendenza, di sinistra, che si ispirava al liberalsocialismo di Piero Gobetti non ebbe quasi più diritto di cittadinanza nel PLI. La visione laicista della società spinse il PLI come partito laico a contraddistinguersi nettamente dai cattolici, presenti in massa nelle fila della DC, sul problema della scuola libera, dell'istituto del matrimonio, fino a teorizzare dell'incapacità dei cattolici ad avere il senso dello Stato. Ottimo dizionario di storia.
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