La parola ritu è di origine arcaica indoeuropea. Nell’antico testo in sanscrito del Rgveda significa l’ordine immanente del cosmo. È sinonimo di dharma, la fede fondamentale del mondo. Dal significato cosmico è derivato quello religioso di necessità, rettitudine, verità. Da qui deriva il senso di ritu, che indica i compiti da svolgere in ogni stagione, in relazione al dharma. Il rito coinvolge la condizione umana e perciò si colloca all’incrocio tra l’uomo, la cultura, la società e la religione. Ben oltre a ciò, esso è legato al simbolo, al mito e al sacro. Nel significato moderno, il rito indica una pratica regolata: protocollo, società civile, società segreta, religione, liturgia, culto. Può essere privato o pubblico, individuale o collettivo, profano o religioso. Fa parte della condizione umana, è soggetto a regole precise e implica continuità. Le voci che compongono questo volume sono state curate da esperti di etnologia, antropologia, sociologia, filosofia e teologia, dischiudendo al lettore un mondo di significati indispensabili anche per leggere i fenomeni contemporanei. Mircea Eliade, con Georges Dumézil, ha apportato con i suoi studi uno sguardo e un metodo nuovi alla scienza delle religioni, adeguandola allo spirito scientifico e alla ricerca antropologica del XXI secolo, che trova in quest’opera un valido supporto. )
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