Gli stranieri residenti in Italia hanno superato i 5 milioni; più di 8 cittadini su 100 che vivono in Italia non sono (o non sono ancora) italiani. Negli ultimi anni la 2ª città d'Italia, Milano, la 9ª per popolazione del Nord, Brescia, e la 3ª del Centro, Prato, hanno registrato in testa alla classifica dei cognomi una forma straniera: rispettivamente il cinese Hu, l'indopakistano Singh e il cinese Chen. Alcuni di loro acquisteranno via via la cittadinanza italiana e i loro cognomi diverranno parte integrante del nostro repertorio onomastico. E per la prima volta in Italia (e in Europa) sono raccolti in un dizionario i cognomi più diffusi degli stranieri di recente immigrazione: qui marocchini, tunisini, egiziani, romeni, moldavi, ucraini, albanesi, bosniaci, serbi, senegalesi, ghanesi, indiani, pakistani, bengalesi, singalesi, filippini, ecuaodriani, peruviani, cubani, ecc. Di ogni cognome viene indicato il significato, l'ambito linguistico di appartenenza, la diffusione in patria e sul territorio italiano. Dopo una ricca introduzione, il libro presenta il vero e proprio dizionario e in chiusura tre appendici, relative alle classifiche dei cognomi stranieri più frequenti nei capoluoghi di provincia italiane; alle statistiche demografiche su distribuzione territoriale, rapporto maschi/femmine, primati regionali e comunali delle varie comunità nazionali; e, infine, ai nomi personali assegnati ai bambini stranieri in Italia. A chi vive con ansia il crescere del numero degli stranieri nel nostro Paese e in particolare di quei popoli che condividono, loro malgrado, lingua e religione con le frange più estreme del terrorismo, questo dizionario si offre come piccolo vademecum rassicuratorio. Familiarizzare con l'onomastica degli immigrati, riconoscere la lingua, la religione, la società che ha ispirato la nascita e l'uso dei loro nomi è una questione di cultura, ma è anche uno strumento utile per la comprensione reciproca, per superare diffidenze e timori, intolleranze e indifferenze e per creare insieme una società che non può non essere multietnica. Il testo, potrà essere consultato con profitto nelle scuole, presso le anagrafi e le questure, da parroci, notai, ASL, banche, poste; è utile che sia a disposizione anche di giornali, radio e televisioni e di operatori dell'informazione e dell'educazione in generale.
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