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Come il titolo del volume lascia intendere, la ricerca condotta da Mariuzzo non si limita a descrivere il carattere "bipolare" della comunicazione politica nel primo decennio dell'Italia repubblicana, bensì ha anche l'obiettivo di mettere in luce le simmetrie linguistiche e retoriche del comunismo e dell'anticomunismo. Basti pensare all'uso dell'aggettivo "democratico" da parte di entrambi gli schieramenti e alla speculare difesa delle fondamentali garanzie costituzionali di fronte alla minaccia, vera o presunta, ravvisata nel fronte avverso. Dopo avere presentato nel primo capitolo le strutture e i canali per la preparazione della propaganda (dal "Taccuino del propagandista" di Luigi Pintor sul versante comunista alla rivista "Traguardo" su quello democristiano), il lavoro passa a esaminare i principali temi del confronto. Uno dei più significativi era certamente rappresentato dai valori religiosi e morali: la difesa dello "spirito cristiano", in tale prospettiva, non solo connotò la denuncia cattolica dell'ateismo comunista, ma fu nel contempo alla base del tentativo di acquisire "Cristo e il suo insegnamento nel campo dei simboli del socialismo". Di particolare rilevanza sono poi le pagine che l'autore dedica alle ambivalenze del rapporto dei comunisti con i modelli culturali statunitensi. I periodici e i quotidiani della sinistra marxista, al di là dell'ovvia retorica antiamericana, non mancavano infatti di riferimenti positivi all'"altra America" (dalla letteratura nera a cineasti come Chaplin) e si lasciarono persino contagiare da tradizioni popolari d'oltreoceano, come quella dei concorsi di bellezza. Anche il fascino per gli Stati Uniti, in ultima analisi, travalicava le barriere ideologiche, rivelandosi così un fattore di "divergenza parallela".
Giovanni Borgognone
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