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Disinventare la modernità. Conversazioni con François Ewald
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Brossura
Anno edizione: 2023
11,90 €
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I politici snocciolano sempre più spesso presunti "dati scientifici" nei loro discorsi. Conservatori o progressisti che siano, tutti si affannano ad assicurarsi il sostegno di qualche "dato certo", fornito da "esperti", per le loro opinioni e per le loro decisioni. Come se vi fossero certezze sui fatti e univocità di interpretazioni. Le scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche hanno contribuito a creare il mondo moderno. L'hanno reso più vivibile e confortevole. Ma nessun esperto, nessuno scienziato può controllare e prevedere ogni cosa. E gli "effetti collaterali" dello sviluppo si moltiplicano e amplificano. Che fare? Che fare se l'intreccio di fatti e valori sembra destinato a riproporsi, a dispetto del progresso e della modernità, e diversi sistemi di valori si affrontano? In queste brevi conversazioni Latour delinea una risposta forte. Bisogna "disinventare" la modernità e costruire spazi di mediazione, di negoziazione fra diverse culture, saperi e tradizioni. Solo attraverso l'idea di un mondo comune è possibile comprenderne la pluralità.
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Autore:
Traduttore:
Editore:
Collana:
Anno edizione:
2016
In commercio dal:
13 ottobre 2016
Pagine:
72 p., Brossura
EAN:
9788898860227
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alberto pierobon
21 aprile 2021
Conversazione di Latour e Ewald. Per Latour comprendere le società contemporanee "è necessario studiare la loro principale fonte di verità, le scienze" (verità scientifica e tecnica). Latour si colloca nell'antropologia delle scienze che tocca la questione della pluralità dei mondi. Distinguere tra fatti e valori e quindi efficacia, verità, redditività dai valori (appannaggio perlopiù della politica). La scienza è la socializzazione "di esseri che erano invisibili, caratterizzati da applicazioni molto particolari" Attualmente siamo nei "rischi costruiti", industriali, con conseguenze inaspettate. Il principio di precauzione riporta al senso comune il ritorno dell'attività tecnico-scientifica e degli esperti, proprio per ricercare tutti assieme. Ma, la funzione dell'esperto è di perplessità non di verità. Da Hobbes( e Rousseau e Marx) la politica è estrema scientizzazione o razionalizzazione, rompendo con la tradizione aristotelica e machiavellica della pratica politica come arte dell'azione, imperturbabile alle promesse delle scienze. E' il sogno modernista di eliminare la politica: la tecnocrazia cortocircuita la politica.
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