Discorso di metafisica

In questo piccolo discorso di metafisica, un vero concentrato di idee che troveranno maggiore sistematizzazione altrove e non sempre, il centro nevralgico ci è dato dal concetto di sostanza, introdotto da Leibniz in un’accezione pre-moderna, che riprendere la prospettiva di Aristotele e di Tommaso. La sostanza è il soggetto, il centro e che dà forma agli enti corporei, ma sostanze sono anche le anime degli enti viventi fino ad arrivare agli spiriti umani, sostanze le cui percezioni sono consapevoli in quanto lo spirito è appercezione. Leibniz perviene a questo concetto di sostanza dopo un esame deludente della fisica cartesiana. La sostanza cartesiana come estensione e tanto meno il movimento possono essere, di per sé, I costitutivi intrinseci del mondo fisico, basti pensare che l’estensione è impermeabile, rinvia a una forza inerziale che oppone resistenza agli altri corpi. Dietro al movimento fisico vi è una vera e propria energia dinamica derivante dalla sostanza metafisicamente intesa, forza che è il risultato della massa per la velocità al quadrato . Questa forza è il conatus, di cui estensione e movimento sono l’espressione fenomenica, comprese anche le qualità secondarie. Il mondo, così come viene percepito, è allora l’espressione di ciascuna sostanza dal suo punto di vista interno, e tanto più una sostanza è in alto sul piano ontologico quanto più esprime il mondo esistente da proprio punto di vista, fino ad arrivare alla monade delle monadi che, come ragione sufficiente, ha creato il migliore dei mondi possibili, che resta però contingente, poiché il suo contrario non è contraddittorio. Leibniz garantisce così Il libero arbitrio ma al tempo stesso l'ordine razionale del mondo. E’ un libro agevole in questa edizione, ottima poi la postfazione di Cristin, per la sua interpretazione innovativa su un Leibniz che non è stato compreso nel suo secolo e rischia di non esserlo anche nel nostro. Il Discorso vale anche come un'ottima introduzione a Leibniz.