Un antico costume, saldo e pervicace nel resistere ancora ai nostri giorni, vuole che la pubblicazione di un nuovo manuale venga accompagnata, e in un certo senso giustificata, dalle ragioni che hanno indotto chi lo ha scritto ad intraprendere la nuova opera. Le singole motivazioni che si offrono al riguardo, spesso in via autonoma, ma a volte perfino concorrenti tra loro, sono delle più varie. Questo manuale, arricchito dalla presenza e partecipazione di due autorevoli maestri del diritto privato, quali Pietro Rescigno e Giorgio De Nova, invece, non ha altra giustificazione che non sia l’idea e il piacere – di un gruppo di amici e di colleghi, legati tra loro da vincoli affettivi ed amicali, alcuni anche ultratrentennali, altri sorti in tempi più recenti – di condividere insieme questa esperienza, della quale l’immagine in copertina, in fondo, rappresenta una metaforica raffigurazione. Il che spiega – anche nella consapevolezza dei limiti intrinseci di una trattazione scritta a più mani – il numero, non irrilevante, degli autori chiamati a parteciparvi, i quali, pur appartenendo a generazioni fra loro distanziate nel tempo e a scuole accademiche caratterizzate da differenti impostazioni metodologiche, hanno tutti un’accreditata e consolidata esperienza, di studio e di ricerca, soprattutto nei temi a loro affidati. Questo è tutto. Ai lettori – e quindi prevalentemente agli studenti – rimane dunque “l’ardua sentenza” sull’opera.)
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