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Una storia struggente e bellissima. Un libro che insegna a comprendere le rimozioni della storia e come si costruisce una cultura nella direzione che si vuole: una donna viene nandata fuori dalla sala della filosofia all'inizio della filosofia stessa, nella Grecia di Socrate. Da allora è rimasta fuori da quella stanza per secoli e secoli... fino al Novecento dove la filosofia è anche pensiero femminile. Un libro da leggere. Scritto con molta poesia.
Nel "Simposio" di Platone la suonatrice di flauto che doveva allietare la cena viene allontanata per non disturbare i convitati impegnati a discutere del tema dell'Amore. La donna esce di scena e scompare nel nulla. È in questo momento che inizia il racconto di Ida Travi. La suonatrice incontra Diotima, quella che Socrate considera la sua maestra, un'altra figura presente solo nelle parole che le attribuisce Platone, e il destino delle due donne si intreccia tragicamente. Molte figure letterarie femminili "inventate" dagli uomini scompaiono nella nebbia. L'autrice tocca così il tema dell'esclusione dalla Storia usando l'esclusione stessa come leva per un ritorno.
Recensioni
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Ida Travi definisce il suo Diotima e la suonatrice di flauto un testo anomalo. Anomalo perché cancella le distanze tra poesia e filosofia? Tra scrittura teatrale e filosofia? Poetessa, Ida Travi, dice che la poesia orale è la base da cui nasce il teatro e germina il pensiero, ne consegue che questa sua opera non sia più così anomala, soprattutto se si pensa alla lezione di Maria Zambrano, la quale si è rivolta agli albori della nostra cultura, a quel "prima" in cui poesia e filosofia erano uno, prima che filosofia e poesia diventassero due e fra loro molto diverse. Nella premessa l'autrice scrive che il suo atto tragico, ambientato ad Atene nel V secolo a.C., nasce dalla "rilettura di Platone e del breve scritto Diotima di Mantinea di Maria Zambrano", per poi diventare qualcosa d'altro. Nel Simposio di Platone, a cui Ida Travi si rifà, la suonatrice di flauto viene allontanata, per consentire a Socrate e agli altri uomini, lì radunati, di riflettere liberamente sul tema dell'Amore. Nel dialogo platonico la suonatrice viene dunque congedata e scompare per sempre nel nulla. "Che ne è di lei? Mentre gli uomini si attardano al simposio cose le accade sulla via del ritorno? E Diotima? Mentre gli invitati riflettono sul suo pensiero (...) lei dov'è, a quell'ora?". Ida Travi muove da qui, seguendo con lo sguardo l'uscita dal simposio della suonatrice di flauto, Anna, e immaginando per lei un destino tragico intrecciato con l'incontro di Diotima, maestra di Socrate. Si racconta, dunque, di un'esclusione dalla storia, e del tirar fuori dal regno delle ombre queste due figure, restituendo nome, corpo, parola alla suonatrice di flauto, e non solo: "Per Diotima e per la suonatrice di flauto si tratta di un vero e proprio rientro in scena dove, senza alcun portavoce, ciascuna parla per sé." Ciascuna parla per sé, questo è il nodo centrale dell'atto tragico di Ida Travi, infatti, mentre gli uomini nel Simposio parlano della "scienza dell'Amore" Diotima dice ad Anna "Loro, ti hanno mandata via sul più bello e hanno parlato tra uomini dell'Amore. Io invece volevo parlarne con te". Dunque, quello di Ida Travi è un ri-andare alla Grecia accompagnandosi a Maria Zambrano, come evidenzia nella bella introduzione Luisa Muraro, per dar forma, volto, voce e parola a un pensiero poetante. Accanto all'atto tragico troviamo La Verità, un racconto, in cui Ida Travi narra come, in un simposio dei nostri giorni, si crearono le circostanze da cui ebbe l'idea di scrivere qualcosa che poi diventerà questo libro. E da ultimo chiude la raccolta Ritratto di Anna, attraverso il quale l'autrice ci restituisce la suonatrice di flauto a tutto tondo.
Luisa Bistondi
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