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L'Italia deve ancora scoprire e rispettare la grandezza e la dignità di questo suo figlio.
Con questa sale a otto il numero delle opere di Pietro Ubaldi pubblicate dalle Edizioni Mediterranee. Pietro Ubaldi (1886-1972) fu studioso di scienze psichiche e spirituali. Molto noto in Italia negli anni Trenta e Quaranta, emigrò in Brasile, dove nel 1966 la sua opera fu simbolicamente consegnata alle autorità governative e culturali. Dio e il mondo venne scritto nelle venti notti precedenti la Pasqua del 1951 nella solitudine ghiacciata di Gubbio, in cui l'autore era immobilizzato a causa di una bronchite. Suo obbiettivo era quello di dare le soluzioni degli ultimi problemi a una umanità sbandata, decadente, che stava liquidando la vecchia civiltà europea e che ormai era prossima all'ora del giudizio. Secondo Pietro Ubaldi occorreva porre le basi dell'idea fondante del terzo millennio. Solo un uomo che da solo era riuscito a vincere tutto poteva illuminare l'umanità, in modo da farle vivere una vita più onesta e giusta e in modo da far trionfare la pace tra idee e uomini. Questo volume, nelle intenzioni dell'autore, doveva abbracciare e sviluppare la “Grande sintesi” e proporre la soluzione ai problemi più grandi. Fu pubblicato per la prima volta in Brasile, a causa delle ostilità incontrate da Pietro Ubaldi in Italia per le sue posizioni in campo teologico. L'autore riteneva che a causa della caduta (involuzione) gli spiriti figli della stessa creazione si dovevano reincarnare infinite volte nella materia, figlia della caduta, per rispiritualizzarla attraverso le prove e il dolore fino a ritornare a Dio. Era la colonna reincarnazionista a reggere l'universo. Pietro Ubaldi credeva che nel 2000 Dio avrebbe fatto sorgere una nuova civiltà dello Spirito, in cui il Vangelo sarebbe stato vissuto veramente e Cristo non sarebbe morto invano. Sarebbe stata una civiltà opposta a quella materialista, a patto che gli uomini non avessero optato per la guerra. In questo caso la guerra atomica avrebbe annientato il mondo e Satana avrebbe preparato una nuova civiltà dello Spirito, come Giuda anticipò la Resurrezione.
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