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Il romanzo è molto scorrevole, pieno di colpi di scena, e le descrizioni così minuziose che sembra di osservare i protagonisti attraverso una sorta di anticamera. Ciò che è davvero importante sottolineare è il cambiamento che la protagonista compie poco a poco, la volontà di porre le proprie ambizioni in primo piano rispetto ad una vita che non le era mai sembrata sua. Jade ha fatto ciò che tante donne non riescono a fare, forse per paura, forse perché troppo legate alle loro radici, alla loro vita abituale per poter anche solo pensare di cambiare qualcosa.
In questo suo nuovo lavoro letterario, dal titolo “Dimenticando Santorini”, pubblicato da Talos Edizioni, la scrittrice Marta Lock mostra, ancora una volta, la sua grande abilità nel passare, con estrema naturalezza, da un genere all’altro: subito prima di questo romanzo l’abbiamo letta, infatti, nel saggio, pubblicato da Harmakis Edizioni, dal titolo Ricomincia da Te. Nelle due opere, io, personalmente, ho riscontrato dei punti di contatto, come un sottile filo rosso che li unisce, rappresentato, fondamentalmente, da quelle paure che troppo spesso, nel nostro quotidiano vivere, ci impediscono di vivere la vita appieno, perché ci inducono verso la rinuncia, rinuncia compiuta per la paura che nutriamo verso quei nostri limiti che spesso siamo noi stessi ad erigere, ogni volta, oppure rinuncia compiuta per la paura atavica del giudizio altrui. “Dimenticando Santorini” è prevalentemente una storia d’amore, quella tra Damian e Jade, una vicenda che si estrinseca nel corso dei decenni, tra l’incantevole e senza tempo Grecia e la moderna America, una storia che non conosce limiti, spaziali e temporali, una storia che supera le divisioni imposte dalle situazioni contingenti, una storia di conflitti generazionali e di relazioni complicate tra sorelle. Il linguaggio di Marta è come sempre fluido e raffinato, e la narrazione è tale da introdurci sin dalla prima pagina nella dinamica piena della storia e nella psicologia dei suoi personaggi, e in ognuno di loro, in fondo, ritroviamo noi, con le paure che ci accompagnano per mano ogni giorno, maggiormente con la paura che abbiamo di essere felici, una tentazione che spesso rifuggiamo, per il timore di danneggiare gli altri, e rifuggendola, in realtà, perdiamo noi, e quella che è la nostra vera essenza. Questo romanzo non ci lascia privi, poi, di colpi di scena che appaiono del tutto inaspettati, esattamente come avviene nella vita, perché non è mai tardi per scegliere di essere felici
Da una “scrittrice dell’anima” , quale è stata definita la scrittrice Marta Lock, non ci aspettavamo affatto un comunissimo romanzo, dalle caratteristiche sdolcinate trame sentimentali! Difatti, “Dimenticando Santorini” è il corso di un fiume in piena di sentimenti ed emozioni, in balia di correnti interiori spesso contrastanti, ove fragorose cascate di ricordi generano bacini profondi di esperienze di vita. La ormai nota produttrice dell’ “Attimo fuggente”, con dinamismo letterario carico di possente espressività linguistica, riflette , attraverso il racconto multifocale di ben tre generazioni di vita (nonni, genitori e figli), le dinamiche interiori che attraversa oggi l’uomo di fronte a quel sentire forte e travolgente che provoca l’amore, in questo caso trattato in tutti i suoi molteplici aspetti: l’amore per i figli, per i genitori, per i propri compagni, per il lavoro. La tenace trattazione della scrittrice, tuttavia, si volta a tutti gli aspetti contrari all’amore, ovvero a quelle vicissitudini e reazioni emotive che esso provoca , in modo contrario e oppositivo, quando esso viene privato, negato o represso in modo coatto. Ciò che il lettore trae, seguendo la trama del libro, semplice nella sua duplice identità spazio-temporale, non è solo gradevole delizia che ne scandisce il tempo libero, ma è solida analisi del proprio animo , rapportato al proprio vissuto e comparato alle personali situazioni, non per semplice ipotesi, ma per reale traslitterazione di azioni nel proprio presente. Difficile smettere di leggerne i capitoli d’un fiato, data la passionale e coerente costruzione sintattica e la semantica sintetica ma fortemente carica di sfumatureSarebbe, infine, un vero peccato ideologico porre il tomo nello scaffale delle librerie dedicato ai “romanzi rosa”, poiché, di rosa , a mio dire , potrebbe averne solo il colore la copertina ! di Desirèe Proietti
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