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Libro che squarcia le poche convinzioni occidentali su una "grande potenza" che si dimostra piccola e carica di ingiustizie intollerabili. Un libro da leggere se si ha uno stomaco forte e la voglia di non fermarsi alle opinioni deboli che ruotano nei salotti delle democrazie fuori dall'oppressione soffocante di un totalitarismo ventennale. La rabbia che monta, sgomenti e sfoglianti queste pagine intrise di follia pura, lascia interdetti. La riflessione che si spande lenta e inesorabile è che al di fuori di una giovane democrazia occidentale piena di difetti, al di fuori delle nostre libertà e di quei diritti che diventano bandiera sociale per espandere ed accogliere la diversità non tollerandola ma rispettandola, al di fuori di quel confine debole (pensiero debole?) esiste un mondo che preferisce governarsi con la forza, la violenza, il rapimento e l'eliminazione, la corruzione di ogni potere legislativo ed esecutivo, l'annientamento della dissidenza politica ritenuta intollerabile, il diniego di ogni ricerca di verità. Morti che si sommano ad altri morti. Lacrime che si sommano ad altre lacrime. Paura che si somma ad altra paura. Teste di cuoio. Squadroni della morte. Nazionalismi impuniti che massacrano i diversi. "La Russia ai russi". Il decadimento di ogni minimo umanesimo. Qui non c’entra la cultura russa o i Dostoevskij o i Tolstoj, qui c'entra la lotta per le libertà minime per definirsi uomini civili. Il demone della follia va sconfitto e non adorato.
Leggendo le prime 30 pagine si ha l'impressione di dover conoscere bene la politica della Duma per capirci qualcosa, ma proseguendo si scopre un Paese che non conosciamo...Si scopre Putin, la sua dittatura paragonabile a quella di Stalin, si scopre di come quest'uomo controlli tutto e tutti, e chi si oppone incontra solo la strada della morte. Anna Politkovskaja ha sacrificato la sua vita affinchè tutti possiamo essere a conoscenza delle barbarie di Putin, e che oggi lui è il primo uomo da combattere, più di Bin Laden!Ha ragione Anna ad affermare: "CONTINUIAMO A SEMINARE PUTIN, PER RACOGLIERE STALIN..."