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Diario profetico - Sergio Quinzio - copertina

Descrizione


Nel castello di Gaeta un sottotenente della Guardia di Finanza, in servizio di prima nomina, scrive lunghe lettere al fratello. Per testimoniare non una vocazione di "scrittore", ma l'urgenza di qualcosa che osa dichiararsi "profetico". Suo fondamento è una intensa e solitaria lettura della Bibbia, accettata nella sua interezza e nelle esigenze estreme della sua parola. Scrive Quinzio nell'introduzione: "gli avvenimenti hanno in gran parte confermato e aggravato il sentimento di sfacelo che già allora avvertivo incombere sulle nostre società. La mia lettura apocalittica della storia, basata sulla fede cristiana, è rimasta immutata nel tempo, la vivo con la stessa intensità, ora come allora, con la stessa speranza e la stessa disperazione".
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Dettagli

1996
3 aprile 1996
236 p., Brossura
9788845912054

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GD
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Appartenere al mondo ed appartenere al Regno sono cose inconciliabili; il mondo è dominio di Satana, non si dà una rconciliazione possibile. Ma, abitando da oltre duemila anni nella storia dopo la redenzione della storia, si è venuti a patti con l'inconoscibilità della "data e dell' ora" finendo col convincersi tutti, in primis la Chiesa Cattolica che al mondo appartiene, che la venuta del Regno sarà il culmine virtuoso di un progresso che ascende. Quinzio, invece, sa che "..la storia involve, la storia va vero il basso, la storia precipita." Ci sono, scrive Quinzio, due cristianesimi: quello di chi sat male, ed è cristiano per disperazione e speranza, e quello di chi sta bene ed è cristiano perchè riconosce nella storia l'operante mano della Provvidenza. Ma può la Provvidenza intervenire senza terminare la storia, quasi insinuandosi di quando in quando fra le maglie del governo del male ? Dio non interviene direttamente nella vita di Giobbe... Quinzio scrive queste riflessioni da giovane ufficiale della GDF, ma sono le stesse riflessioni, per questo "profetiche", del Quinzio più maturo e studioso a tempo pieno. In questa lettura si incontra un pensiero originale, rigoroso, distante dalla consolazione, irriducibile.

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Sergio Quinzio

1927, Alassio

Sergio Quinzio è stato un teologo ed esegeta biblico italiano. Studiò ingegneria a Roma, dove si era trasferito a causa della guerra, passando poi a filosofia. A causa delle difficoltà economiche della famiglia, lavorò come finanziere per 17 anni.Dopo la morte della giovane moglie, dalla quale aveva avuto una figlia, nel 1973 si ritirò in isolamento per quattordici anni in un piccolo paese delle Marche, dove continuò i suoi studi sulla Bibbia. Tra le sue opere ricordiamo il monumentale Un Commento alla Bibbia. Collaborò con diversi quotidiani nazionali come «La Stampa», «Il Corriere della Sera», «l'Espresso», «Il Giornale». 

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