L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un carteggio pervaso da una grande tensione, composto da una quarantina tra lettere e biglietti, cominciato nel 1984 e conclusosi nel 2000, quattro anni prima della scomparsa del filosofo torinese, che mette a confronto due visioni tra loro complementari. Da un lato, infatti, Peyretti, cristiano inquieto, collaboratore di mensili come "Azione Nonviolenta" e "Rocca", animatore di una rivista impegnata sui temi della pace, della riforma sociale e religiosa, dall'altro Bobbio, che confessa la propria resistenza ad essere credente. Da un lato il pacifista integrale che trova inaccettabile l'idea che la guerra (il periodo dello scambio epistolare va dalla guerra del Golfo all'intervento in Afghanistan) possa considerarsi, in certe situazioni, un brutto ma necessario accadimento, un "male minore", dall'altro l'intellettuale che, nonostante il profondo legame con Aldo Capitini, si mostra scettico sull'efficacia dei mezzi nonviolenti. Peyretti è convinto che, prima o poi, la guerra sarà messa al bando come soluzione finale delle controversie, Bobbio, dal canto suo, constata, non senza amarezza, "la sconfitta dell'utopia" e interroga innanzitutto se stesso sull'effettiva incidenza dei cosiddetti "profeti disarmati". E' un colloquio serrato e appassionato in cui tornano echi di autori come Piero Martinetti, Raimon Panikkar, Sergio Quinzio, Ernesto Balducci, Giuseppe Capograssi, Luigi Pareyson. Si percepisce, tra l'altro, molto bene, tra le righe, come Bobbio non sia affatto un sostenitore dell'ineluttabilità della violenza ma sia, in realtà, tormentato, drammaticamente disilluso, disincantato sull'umanità e, pertanto, poco propenso ad abbandonarsi a slanci come avrebbe, in fondo, desiderato. Il mondo è, per lui, segnato dal male a tal punto da attestare un duplice fallimento, quello di Dio e quello della ragione. Chi, si domanda, ha potuto consentire l'esistenza di un mondo così atroce da non risparmiare nessuno?
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore