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Tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta dell’Ottocento, il sistema hegeliano entra in crisi a causa degli attacchi che le maggiori correnti filosofiche dell’epoca gli rivolgono in nome del finito, del concreto, dell’individuale, della temporalità e del sensibile. In particolare, le Ricerche Logiche (1840) di Trendelenburg, che riscuotono una straordinaria fortuna, mettono radicalmente in discussione il pensiero di Hegel, costringendo anche la scuola hegeliana a prendere posizione e a correggere l’impianto del maestro per salvarlo dal naufragio. A partire dalle prime riforme del sistema compiute da Karl Werder (1841) e Kuno Fischer (1852), incentrate su una rilettura del classico tema del cominciamento logico, la dialettica hegeliana si trova al centro di un animato dibattito che, in Italia, coinvolge grandi pensatori quali Bertrando Spaventa, Benedetto Croce e Giovanni Gentile. Attraverso il confronto sistematico tra i loro programmi riformatori e il testo hegeliano, questo volume ripercorre le tappe della presenza di Hegel nel nostro paese, indagandone le ragioni della persistente attualità.
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